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Centinaia di migliaia di persone in fuga dalla Somalia verso l’Etiopia, le Nazioni Unite e i partner chiedono finanziamenti urgenti

Comunicato stampa congiunto

22 Mar 2023

Rifugiati somali siedono vicino a un riparo di fortuna dopo aver attraversato il confine con la regione somala dell'Etiopia per sfuggire ai recenti scontri. © UNHCR/Nimo Ahmed Abdullahi

Mentre i bisogni aumentano e i rifugiati continuano ad arrivare, le agenzie delle Nazioni Unite e le organizzazioni partner hanno lanciato oggi un appello per chiedere 116 milioni di dollari per fornire assistenza salvavita ai rifugiati somali che cercano sicurezza in un’area estremamente remota nella regione dei Somali dell’Etiopia.

Da quando il mese scorso sono scoppiate le ostilità nella città di Laascaanood, nella regione di Sool, in Somalia, centinaia di migliaia di persone sono sfollate all’interno del Paese e si stima che quasi 100.000 abbiano attraversato il confine con l’Etiopia per sfuggire alle violenze.

La maggior parte di coloro appena arrivati in Etiopia sono donne, bambini, anziani e persone con esigenze specifiche, che arrivano senza nulla, spaventati e affamati. Tra loro c’è un alto numero di bambini non accompagnati e separati, il che accresce le preoccupazioni in materia di protezione.

La situazione umanitaria sul campo è disastrosa, con malnutrizione acuta in forma moderata riscontrata in molti bambini sotto i cinque anni e tra le madri incinte e che allattano. Nell’area c’è un alto rischio di epidemie, con preoccupanti segnalazioni di casi di morbillo.

“Il governo etiope e le comunità locali hanno accolto generosamente i rifugiati, offrendo tutto l’aiuto possibile, ma con i continui arrivi, le risorse sono già gravemente sovraffaticate”, ha dichiarato Clementine Nkweta-Salami, direttore regionale dell’UNHCR per la regione dell’Est e del Corno d’Africa e dei Grandi Laghi. “Abbiamo bisogno di ulteriori finanziamenti per accelerare la fornitura di aiuti e affrontare i bisogni umanitari impellenti e in crescita”.

I fondi contribuiranno a fornire ripari e beni di soccorso necessari e urgenti, come coperte, stuoie e zanzariere. Verrà inoltre fornito cibo a tutte le famiglie bisognose attraverso distribuzioni alimentari mensili. L’assistenza alimentare di emergenza viene già fornita per soddisfare le esigenze di cibo e nutrizione più immediate dei nuovi arrivati.

Dato l’alto numero di donne e bambini tra i rifugiati, ha la priorità il supporto ai servizi di protezione dell’infanzia, alla prevenzione e alla risposta alla violenza di genere, alla documentazione e all’istruzione.

Verranno creati spazi a misura di bambino per contribuire al loro benessere. Saranno avviati servizi di rintraccio e di ricongiungimento familiare, nonché soluzioni alternative di accoglienza per i bambini separati.

Saranno creati insediamenti per rifugiati a Mirkan e Docmo, grazie ai terreni messi a disposizione dal governo etiope. Sono previsti investimenti per ampliare le cliniche governative esistenti, fornire medicinali e cure mediche e istituire programmi di supporto nutrizionale.

“Questo afflusso di rifugiati avviene nel momento peggiore, in un’area estremamente remota della regione dei Somali dell’Etiopia, che è anche una delle più colpite dalla peggiore siccità degli ultimi 60 anni”, ha dichiarato Michael Dunford, direttore regionale del WFP per l’Africa orientale. “Per salvare vite umane, abbiamo bisogno di fondi ora”.

I livelli di finanziamento in Etiopia rimangono criticamente bassi e la risposta alla siccità nel Corno d’Africa è sottoposta a forti pressioni a causa del rapido aumento dei bisogni. Prima degli ultimi arrivi, l’Etiopia ospitava già 884.000 rifugiati e richiedenti asilo, provenienti soprattutto da Sud Sudan, Somalia ed Eritrea.

Poiché i rifugiati continueranno a fuggire, i bisogni supereranno sempre di più le risorse disponibili. Facciamo appello, con urgenza, alla comunità internazionale affinché mobiliti rapidamente risorse sufficienti per consentire alle agenzie umanitarie di continuare a sostenere il governo etiope nel fornire una risposta salvavita coordinata ed efficace.

 

Nota per i redattori:

Le organizzazioni che hanno lanciato l’appello comprendono l’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, il World Food Programme delle Nazioni Unite (WFP), il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (UNICEF), il Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (UNFPA), l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) e le organizzazioni non governative GOAL, il Consiglio Norvegese per i Rifugiati (NRC), l’Organizzazione per lo Sviluppo Sostenibile (OSD) e i Fondi di Sviluppo OWS (OWS-DF).

 

Il link all’appello inter-agenzie è disponibile qui.

 

Per maggiori informazioni:

  • Ad Addis Abeba/UNHCR: Neven Crvenkovic, [email protected], +251 948 053 450
  • A Ginevra/UNHCR: Olga Sarrado, [email protected], +41 79 740 2307
  • Ad Addis Abeba/WFP: Claire Nevill [email protected], +251 944 33 4949
  • In Etiopia/UNICEF: Wossen Mulatu [email protected], +251 911 308 483
  • Ad Addis Abeba/UNFPA: Paula Fernández [email protected], +251 935 597 136
  • A Nairobi/NRC: Karl Schembri [email protected], +254 741 664 562
  • Etiopia/GOAL: Kalkidan Yishak, [email protected], +251 911 561 163
  • Ad Addis Abeba/OWS-Development Fund: Beza Beshah Haile [email protected], +251 949 484 848
  • Ad Addis Abeba/Organization for Sustainable Development: Mesele Adane, [email protected], Mob. +251911687252

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