L'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Filippo Grandi (a destra), incontra Issa (al centro) e la sua famiglia, recentemente rientrati ad Aleppo da Kahramanmaraş in Turchia. © UNHCR/Youssef Badawi
Al termine di una visita in Siria, Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, ha lanciato un appello alla comunità internazionale per un’azione coraggiosa e decisiva volta ad aiutare i siriani a ricostruire il loro Paese devastato dalla guerra e a sostenere il ritorno a casa degli sfollati.
Da settembre, sono tornati in Siria più di 500.000 rifugiati, di cui 200.000 dopo la caduta del regime di Assad. Inoltre, hanno fatto ritorno alle loro case quasi 600.000 persone sfollate all’interno della Siria. Tuttavia, 7,4 milioni di siriani sono ancora sfollati all’interno del Paese e ci sono più di 6 milioni di rifugiati siriani in tutto il mondo.
Nonostante i grandi cambiamenti politici avvenuti in Siria nelle ultime settimane, la crisi umanitaria persiste.
“Dobbiamo cogliere questa finestra cruciale di opportunità per aiutare il Paese a uscire da anni di crisi e spargimento di sangue”, ha dichiarato Grandi. “Molte famiglie stanno compiendo il passo coraggioso di tornare a casa, desiderose di un futuro migliore, ma devono affrontare difficoltà enormi: case demolite e danneggiate, infrastrutture distrutte e povertà diffusa”.
A Damasco, Grandi ha avuto colloqui ad alto livello con le autorità provvisorie, tra cui il leader del Paese, Ahmed Al-Sharaa, incentrati sul modo migliore per sostenere i siriani che tornano a casa.
Grandi ha invitato i donatori a sostenere gli sforzi per soddisfare gli immensi bisogni umanitari immediati e per garantire la ripresa a lungo termine del Paese. La salvaguardia dei diritti e della sicurezza di tutti i siriani è essenziale anche per creare condizioni favorevoli al rientro.
Durante la visita, Grandi ha incontrato nei pressi dei principali valichi di frontiera come Masnaa e Bab Al-Hawa le persone che stanno facendo ritorno a casa. Ad Aleppo, ha parlato con le famiglie che hanno descritto la dura realtà che hanno dovuto affrontare al loro ritorno e il bisogno di un sostegno urgente per potersi riunire alle loro famiglie e iniziare a ricostruire le loro vite.
“Per rendere i rientri sostenibili, sicuri e dignitosi, e per prevenire ulteriori sfollamenti a lungo termine, abbiamo bisogno di un approccio globale”, ha aggiunto. “Questo significa investire in posti di lavoro, ripristinare l’assistenza sanitaria, ricostruire le scuole e ristabilire servizi essenziali come l’elettricità e l’acqua potabile. Inoltre, l’abolizione delle sanzioni fungerà da catalizzatore vitale per la ripresa, aprendo la strada al ritorno a casa di un numero maggiore di siriani”.
Il 27% dei rifugiati siriani intervistati di recente in Libano, Egitto, Giordania e Iraq ha dichiarato all’UNHCR di avere intenzione di tornare in Siria nei prossimi 12 mesi, rispetto a meno del 2% prima della caduta del regime di Assad solo poche settimane fa.
L’UNHCR e i suoi partner stanno incrementando la fornitura degli aiuti umanitari per soddisfare le enormi necessità delle persone rientrate nel Paese. Ciò include il sostegno a chi sta tornando volontariamente dai Paesi limitrofi con trasporti e assistenza legale, nonché l’aiuto per riparare le loro case danneggiate, fornendo assistenza in denaro e articoli di soccorso come materassi, coperte e abbigliamento invernale.
“Questo è un momento cruciale”, ha dichiarato Grandi. “Il mondo deve agire ora per sostenere la ripresa della Siria. La cooperazione tra i Paesi vicini, i donatori e le autorità siriane è essenziale per portare la tanto necessaria pace e stabilità in Siria e nell’intera regione”.
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