Secondo gli ultimi dati in possesso dell’UNHCR, sono stati registrati circa 10.500 nuovi arrivi in Yemen dall’inizio del conflitto, datato 26 marzo. Dall’inizio dell’anno sono arrivati via mare oltre 37.000 rifugiati e migranti, la maggior parte provenienti dall’Etiopia e dalla Somalia.
Molti hanno intrapreso il viaggio perché ingannati dai contrabbandieri, i quali affermano che il conflitto in Yemen sarebbe finito e che nel paese sarebbero garantite le condizioni di sicurezza. Continuano a essere presenti gli usuali rischi associati a questi attraversamenti marittimi, ovvero rapimenti, attacchi, annegamenti, casi di sfruttamento e violenza sessuale. A causa del conflitto in corso e delle difficoltà di accesso al paese, l’UNHCR e i suoi partner non sono in grado di trasferire i nuovi arrivati nei centri urbani, dove potrebbero ricevere completa assistenza.
Per scoraggiare gli attraversamenti, ampie campagne informative sono in programma nel Puntland e nel Somaliland, così come in altri luoghi di partenze. Allo stesso tempo, più di 51 mila persone sono fuggite dallo Yemen per raggiungere il Djibouti, la Somalia, l’Oman, l’Arabia Saudita e il Sudan.
Il numero di sfollati interni yemeniti è aumentato di quattro volte dall’inizio del conflitto, con 1.267.590 yemeniti che sono attualmente sfollati all’interno del proprio paese. Le maggiori concentrazioni di sfollati interni (IDPs) si trovano a Hajjah (298.788), Al Dhale (227.414) e Aden (184.100). Gli yemeniti stanno dimostrando grande resilienza e solidarietà, come mostrato dal fatto che l’80 per cento degli sfollati interni (circa 800.000) vivono presso famiglie ospitanti. Nei centri urbani dello Yemen ci sono circa 250 mila rifugiati, sopratutto somali. Tuttavia, a causa dei combattimenti, molti sono stati trasferiti da Aden nel campo rifugiati di Kharaz e in alcune città nel sud dello Yemen.
Condividi su Facebook Condividi su Twitter