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L’UNHCR esprime sconcerto per le morti nel deserto del Sahara

5 Giu 2017

L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) esprime tutto il suo sconcerto per la notizia giunta questa settimana della morte di 44 migranti e rifugiati, tra cui donne e bambini. I racconti dei sopravvissuti indicano che un gruppo di 50 persone era in viaggio verso la Libia quando il loro camion si è rotto tra le città di Agadez e Dirkou nel deserto del nord del Niger, esponendole al caldo e alla mancanza di acqua potabile. A quanto risulta solo sei persone si sarebbero salvate.
È chiaro che i trafficanti di esseri umani continueranno a ricorrere a ogni mezzo per sfruttare la disperazione di rifugiati e migranti. Queste morti scioccanti si inseriscono nel più ampio quadro dello sfruttamento che avviene nel momento in cui i trafficanti ampliano la trappola della morte che si estende dal Mediterraneo al deserto del Sahara.
All’interno del Niger, l’UNHCR ha recentemente aperto un ufficio ad Agadez – nei pressi delle rotte di transito, volto a fornire ai rifugiati accesso rapido all’asilo. L’Agenzia sta lavorando anche con l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (IOM) per avvisare le persone sui pericoli del deserto e dei viaggi marittimi. A partire da gennaio del 2017, circa 17mila migranti e rifugiati hanno raggiunto la Libia dal Niger.
L’UNHCR sta inoltre intensificando la sua presenza e ampliando i programmi in Libia in risposta al peggioramento della crisi umanitaria provocata da conflitti, insicurezza, instabilità politica e da un’economia al collasso nel paese nordafricano. Molti rifugiati e migranti finiscono in carcere o vengono continuamente sfruttati dai trafficanti di esseri umani. Migliaia tra i essi hanno perso la vita nel tentativo di attraversare il Mediterraneo centrale per raggiungere l’Italia attraverso la Libia.
L’UNHCR sta cercando di raccogliere 75,5 milioni di dollari per soddisfare le crescenti esigenze umanitarie e di protezione delle persone che si trovano in Libia, compresi gli sfollati interni (IDP) e le comunità ospitanti, nonché i rifugiati e i richiedenti asilo. L’appello comprende il monitoraggio e gli interventi in materia di protezione, nonché azioni di advocacy sulle questioni legate al rispetto dei diritti umani, all’accesso ai servizi di base, alle procedure di asilo e alla libera circolazione. Altre risorse sono necessarie anche in Niger, Burkina Faso, Mali e Ciad per aiutare a prevenire e a far fronte ai rischi associati a tali viaggi mortali.
Con quest’ultima tragedia nel deserto del Sahara, l’UNHCR ripete ancora una volta la richiesta di individuare alternative credibili a questi attraversamenti pericolosi per le persone che cercano protezione internazionale, tra cui vie accessibili e sicure per raggiungere l’Europa – tra cui il ricongiungimento familiare, il reinsediamento e la sponsorizzazione privata. L’UNHCR prosegue inoltre nel suo impegno per ampliare le opportunità di reinsediamento dei rifugiati e salvare vite umane

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