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Omicidi, rapimenti e saccheggi costringono 11.500 nigeriani a fuggire verso il Niger

3 Dic 2021

Rifugiati nigeriani cercano rifugio a Bangui, un villaggio nel dipartimento di Madaoua nella regione di Tahoua in Niger. © UNHCR/Boubacar Younoussa Siddo

L’UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, esprime profonda apprensione per i ripetuti attacchi verificatisi a novembre in Nigeria e che hanno costretto oltre 11.500 persone a fuggire oltreconfine facendo ingresso nel vicino Niger.

Nelle ultime settimane, gruppi di persone armate, localmente chiamate “banditi”, hanno attaccato ripetutamente villaggi nello Stato di Sokoto, nel nordovest della Nigeria. Le violenze ricadono tra gli scontri intercomunitari in corso tra agricoltori e mandriani, in competizione per accaparrarsi risorse che sono sempre più scarse, anche a causa dell’emergenza climatica.

L’Agenzia esprime profonda preoccupazione per l’inasprirsi delle violenze nella Nigeria nordoccidentale e chiede di assicurare un sostegno concertato ed efficace per rispondere alle crescenti esigenze umanitarie della popolazione colpita, che spaziano dai servizi di protezione a cibo, kit per alloggi, utensili da cucina, coperte e altri beni non alimentari.

La maggior parte delle persone arrivate nel mese di novembre hanno trovato riparo presso le comunità locali in 26 villaggi del comune rurale di Bangui, nella regione nigerina di Tahoua, che accoglieva già 3.500 rifugiati nigeriani da settembre.

Donne e bambini, che costituiscono il maggior numero di nuovi arrivati, riferiscono di omicidi, rapimenti a scopo d’estorsione, e saccheggi dei villaggi.

In coordinamento con le autorità nigerine, l’UNHCR sta registrando i nuovi arrivati, assicurando loro aiuti d’emergenza e individuando i casi più vulnerabili. Ma le necessità di riparo, cibo, acqua e assistenza medica stanno aumentando rapidamente.

L’Agenzia sta inoltre rafforzando le infrastrutture sanitarie e scolastiche locali di Bangui, per esempio costruendo latrine per 12 scuole e garantendo l’approvvigionamento idrico di altre sei. Il principale ambulatorio medico del comune sarà allacciato alla rete elettrica e a quella idrica, mentre ad altri cinque ambulatori di dimensioni minori sarà fornito nuovo personale.

Il Niger oggi accoglie oltre 200.000 rifugiati nigeriani, di cui più di 57.000 provenienti dalla Nigeria nordoccidentale accolti nella regione di Maradi e 15.000 in quella di Tahoua.

L’UNHCR elogia il Niger quale esempio di solidarietà e generosità in una regione alle prese con crisi che si aggravano inesorabilmente. Il Paese ha assicurato accoglienza a 600.000 rifugiati e sfollati interni, malgrado le violenze in corso nelle regioni di frontiera, le difficoltà economiche, le sfide sociali e gli effetti della pandemia di COVID-19.

I Paesi del Sahel centrale, ovvero Burkina Faso, Mali e Niger, si trovano all’epicentro di una delle crisi il cui numero di persone in fuga e le esigenze di protezione crescono a ritmo più elevato su scala mondiale. Nella regione sono accolti più di 900.000 rifugiati e quasi 2,5 milioni di sfollati interni.

L’UNHCR esorta la comunità internazionale a intensificare gli sforzi e assicurare maggiore sostegno agli Stati del Sahel al di là delle condizioni di sicurezza e rinnova l’appello alle parti in conflitto nella regione a porre fine con urgenza alle violenze che colpiscono i civili.

In Niger, gli sforzi umanitari in risposta all’emergenza sono attualmente messi a durissima prova. Le operazioni dell’UNHCR, che necessitano di 110,7 milioni di dollari per il 2021, sono finanziate al 64 per cento. È necessario assicurare stabilmente un sostegno sempre maggiore affinché l’UNHCR possa continuare a prestare assistenza salvavita.

Contatti media: 

  • A Niamey, Jean Sébastien Josset, [email protected], +227 90 76 69 77
  • A Dakar (regionale), Selim Meddeb Hamrouni, [email protected], +221 77 092 13 52
  • Ad Abuja, Roland Schoenbauer, [email protected], +234 90 10 66 46 95
  • A Ginevra, Boris Cheshirkov, [email protected], +41 79 433 7682
  • A New York, Kathryn Mahoney, [email protected], +1 347 443 7646
  • A Parigi, Céline Schmitt, [email protected], +33 6 23 16 11 78

 

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