I rifugiati congolesi arrivati di recente vivono in condizioni di sovraffollamento nel campo rifugiati di Musenyi, nel sud del Burundi.© UNHCR/Charity Nzomo
La risposta umanitaria in Burundi al crescente afflusso di rifugiati dalla Repubblica Democratica del Congo (RDC) sta raggiungendo i suoi limiti, dato l’aggravarsi della crisi dei finanziamenti che minaccia gli aiuti essenziali e mette a dura prova le relazioni tra i rifugiati e la comunità ospitante, ha avvertito oggi l’UNHCR, l’Agenzia ONU per i rifugiati.
I nuovi arrivi in fuga dal conflitto nella RDC hanno provocato la prima nuova emergenza rifugiati nell’attuale crisi globale dei finanziamenti umanitari, e le conseguenze sono già evidenti. L’UNHCR e i suoi partner continuano a lavorare instancabilmente per massimizzare le risorse disponibili e fornire assistenza e servizi di protezione salvavita, ma le esigenze crescenti, sommate alle gravi carenze di finanziamenti, rendono la risposta insufficiente. Senza un sostegno adeguato, i rifugiati sono costretti a prendere decisioni difficili per sopravvivere.
Da gennaio, oltre 71.000 persone hanno attraversato il confine con il Burundi in fuga dalle violenze in corso nella parte orientale della RDC. Da allora, più di 12.300 sono stati trasferiti nel campo profughi di Musenyi, situato nella parte orientale del Burundi, a circa cinque ore di strada dal confine con la RDC. Altri vivono nelle zone di confine con le comunità ospitanti con cui hanno stretti legami.
Le condizioni di vita nel campo profughi di Musenyi, che attualmente ospita circa 16.000 rifugiati, stanno diventando insostenibili. A causa del sovraffollamento, è stato necessario montare tende di emergenza nelle zone pianeggianti inizialmente destinate all’agricoltura. Con l’inizio della stagione delle piogge, molte di queste tende sono ora allagate, compromettendo ulteriormente le condizioni di vita e aumentando il rischio di malattie. I servizi di base come scuole, cliniche e strutture igienico-sanitarie sono inesistenti o sovraffollati, con tensioni crescenti tra le comunità di rifugiati già presenti e i nuovi arrivati.
Date le condizioni di vita estremamente difficili in Burundi, con campi sovraffollati e un’assistenza alimentare notevolmente ridotta, alcune settimane fa alcuni rifugiati hanno deciso di tornare nella Repubblica Democratica del Congo, principalmente per ricongiungersi con i propri familiari o per valutare le condizioni delle loro proprietà, nonostante la continua instabilità. Ma mentre alcuni sono tornati, la scorsa settimana in Burundi sono stati registrati oltre 700 nuovi arrivi dalla RDC, quasi la metà dei quali era già stata registrata in precedenza nel Paese. Questi movimenti di andata e ritorno riflettono una strategia di adattamento dei rifugiati congolesi che cercano di conciliare sicurezza e sopravvivenza.
A causa di notevoli carenze di finanziamenti, l’UNHCR e i suoi partner stanno affrontando gravi limitazioni nella fornitura di servizi di protezione alle vittime di violenza di genere e ai minori non accompagnati o separati. L’UNHCR non è più in grado di distribuire kit di dignità, lasciando quasi 11.000 donne e ragazze senza accesso a prodotti di igiene di base. Anche il sostegno alla ricerca delle famiglie è stato fortemente ridotto, rendendo sempre più difficile identificare, localizzare e ricongiungere i bambini separati dalle loro famiglie. Attualmente non esistono spazi a misura di bambino o di donna dove i gruppi possano riunirsi per ricevere servizi e sostegno da parte di altri rifugiati nelle principali aree di accoglienza.
Nonostante le risorse limitate e le continue difficoltà operative, i nostri team continuano a dare priorità alla fornitura di aiuti salvavita e alla protezione. Abbiamo intensificato gli sforzi di verifica per identificare i rifugiati che vivono nelle comunità ospitanti e fornire un sostegno mirato ai più vulnerabili. Abbiamo rafforzato i meccanismi che consentono ai rifugiati di segnalare gli abusi e ricevere il sostegno di cui hanno tanto bisogno, con un aumento del 60% dei casi di violenza sessuale segnalati all’UNHCR e ai suoi partner nei siti che accolgono i nuovi arrivati, la maggior parte dei quali riguarda episodi di stupro nella Repubblica Democratica del Congo. Tutti i sopravvissuti hanno ricevuto assistenza e sono stati indirizzati alle strutture sanitarie.
Questo equilibrio sta diventando sempre più difficile da mantenere, con i team sul campo impegnati in una risposta di emergenza su vasta scala, che rispondono alle esigenze dei rifugiati già presenti nel paese e si preparano ad accogliere nuovi arrivi, mentre devono anche far fronte alla pressione di ridurre le operazioni a causa della carenza di fondi.
Il governo del Burundi ha dato prova di una leadership encomiabile concedendo lo status di rifugiati prima della verifica dei requisiti ai nuovi arrivati e assegnando ulteriori terreni per ospitare i rifugiati. Tuttavia, la sua capacità è al limite e ulteriormente complicata dall’instabilità regionale e dall’elevata inflazione, che aggravano le vulnerabilità economiche.
L’UNHCR invita i donatori e i partner allo sviluppo a intensificare il sostegno per migliorare i servizi di base essenziali per la sopravvivenza dei rifugiati in Burundi e a investire in iniziative a lungo termine a beneficio sia dei rifugiati che delle comunità ospitanti. I partner umanitari nel paese hanno urgente bisogno di 76,5 milioni di dollari per rispondere all’attuale crisi. Questi requisiti fanno parte del prossimo Piano regionale di risposta ai rifugiati per la situazione nella Repubblica Democratica del Congo, che copre Angola, Burundi, Repubblica del Congo, Ruanda, Uganda, Tanzania e Zambia, e che include le esigenze aggiuntive causate dalla ripresa delle violenze nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo.
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