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Si aggrava la crisi umanitaria in seguito agli scontri in corso nel Tigrè, in Etiopia

L’UNHCR esprime profonda preoccupazione in merito all’aggravarsi della crisi nell’Etiopia settentrionale, dove gli scontri in corso tra il governo federale etiope e le forze del Tigrè stanno costringendo migliaia di persone a fuggire.

13 Nov 2020

Rifugiati etiopi in un campo nella zona di confine di Hamdait, in Sudan, il 12 novembre 2020. © AFP

L’UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, esprime profonda preoccupazione in merito all’aggravarsi della crisi nell’Etiopia settentrionale, dove gli scontri in corso tra il governo federale etiope e le forze del Tigrè stanno costringendo migliaia di persone a fuggire, più delle metà delle quali minori.

Dallo scoppio delle violenze, a inizio novembre, oltre 14.500 minori, donne e uomini sono fuggiti in Sudan per mettersi in salvo, andando a sovraccaricare le attuali capacità di assicurare assistenza. Nel frattempo, i servizi rivolti ai 96.000 rifugiati eritrei presenti nel Tigrè hanno subito gravi interruzioni e, secondo testimonianze, numeri crescenti di cittadini etiopi sarebbero costretti a fuggire all’interno della regione.

L’UNHCR si appella a tutte le parti coinvolte affinché garantiscano l’incolumità e la sicurezza di tutti i civili nel Tigrè.

Ieri, il teatro dei combattimenti in corso nel Tigrè si è spostato in prossimità del campo rifugiati di Shimelba – che accoglie 6.500 rifugiati eritrei – sollevando timori di un esodo di massa dal sito. L’UNHCR sta predisponendo i preparativi per accogliere i rifugiati che hanno già cominciato ad arrivare nel campo di Hitsats, a 50 km di distanza, e sta considerando ulteriori opzioni di ricollocamento nella regione.

In generale, le condizioni di vita e le condizioni operative nel Tigrè stanno divenendo più difficili, considerato che si registrano interruzioni di corrente e che i rifornimenti di carburante e cibo scarseggiano sempre più. Ogni canale di comunicazione è stato interrotto, impedendo qualunque possibilità di condivisione di informazioni.

Il numero di rifugiati che cercano di mettersi al sicuro nel vicino Sudan è in rapido aumento, con oltre 4.000 persone che hanno varcato il confine in un solo giorno. Di queste, la maggior parte ha fatto ingresso dal varco di Hamdayet, e la parte restante da quello di Ludgi, rispettivamente negli Stati di Kassala e di Gadaref.

Le persone in arrivo portano con sé pochissimi effetti personali, indicatore di come siano dovute fuggire in tutta fretta. I bambini appaiono esausti e impauriti. La maggior parte proviene da Humera, nel Tigrè, mentre altri dalle città limitrofe di Rawyan e Dima.

L’UNHCR e i partner stanno intensificando gli aiuti, ma il numero di nuovi arrivati sta largamente superando le capacità di assistenza a disposizione sul campo.

La capienza del centro di transito presso il varco di confine di Hamdayet permette di alloggiare 300 rifugiati, ma il sito è già sovraccaricato dall’arrivo di 6.000 persone. I servizi igienico-sanitari disponibili sono inadeguati e questo condiziona i livelli di igiene.

Le persone che fanno ingresso dal varco di Lugdi sono temporaneamente accolte in un centro di transito allestito presso un sito chiamato Villaggio 8, a 35 km dal confine. Grazie al supporto del Programma alimentare mondiale (PAM/WFP) e di Muslim Aid, sono assicurati loro pasti caldi. Anche le comunità locali stanno generosamente assicurando supporto ai rifugiati procurando loro cibo.

La Mezzaluna Rossa Sudanese ha fornito farmaci essenziali e dispiegato personale medico presso Hamdayet per condurre screening, anche per testare il contagio da COVID-19, in previsione di un rafforzamento dell’assistenza sanitaria nei giorni a venire.

Considerato l’aumento di persone in fuga, il governo ha approvato l’allestimento di un campo rifugiati a Um Rakuba, a 80 km dalla frontiera, capace di accogliere fino a 20.000 persone. Attualmente, è in corso di individuazione un numero supplementare di siti.

Per maggiori informazioni:

  • Nel Regno Unito, Juliette Stevenson, [email protected], +447958958492
  • A Ginevra, Babar Baloch, [email protected], +41 79 513 9549
  • A New York, Kathryn Mahoney, [email protected], +1 347 443 7646

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