Il perdurare del conflitto nell’Ucraina orientale, in particolare nelle aree di Donetsk, Luhansk e nelle città limitrofe, ha costretto un numero crescente di persone ad abbandonare le proprie case, aumentando il bisogno di aiuti umanitari. Il numero di persone sfollate all’interno dell’Ucraina è più che raddoppiato nelle ultime tre settimane. Al 1 settembre l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) stimava che vi fossero 260mila sfollati rispetto ai 117mila calcolati al 5 agosto.
La maggior parte degli sfollati, il 94 per cento, proviene dall’Ucraina orientale ed è rimasta nelle regioni di Donetsk, Kharkiv e Kiev. Poiché molti vivono presso famiglie e da amici e scelgono di non registrarsi presso le autorità, l’UNHCR ritiene che il numero effettivo delle persone sfollate sia più alto.
A causa della situazione di instabilità, gli operatori umanitari non hanno potuto valutare la situazione degli sfollati nella regione di Luhansk. Entro questa settimana, l’UNHCR prevede di condurre una missione conoscitiva purché la situazione lo consenta. Al 1 settembre, secondo le autorità ucraine vi erano 2,2 milioni di persone rimaste nelle aree di conflitto. Il numero di chi si serve dei tre “corridoi” aperti dalle autorità ucraine per fuggire dalle zone di guerra è in diminuzione, principalmente a causa dei recenti incidenti in cui civili hanno perso la vita. A quanto riferito, dalla fine di luglio sono 6.000 le persone fuggite attraverso questi corridoi.
Nella regione di Donetsk le autorità locali hanno riferito che da martedì scorso circa 10mila persone hanno abbandonato Mariupol per raggiungere Zaporizhzhia, Berdiansk e altri luoghi, a seguito delle azioni militari delle forze anti-governative a Novoazovsk.
A causa dei bombardamenti in corso, le persone rimaste nelle zone di conflitto hanno un accesso limitato a cibo, acqua e altre necessità di base. A Donetsk, Makiivka e Gorlovka le autorità regionali stimano che ci siano 20mila persone disabili e bisognose di aiuto. A Luhansk, da un mese i residenti sono rimasti senza adeguate scorte di cibo e acqua e devono far fronte alla mancanza di energia elettrica e ai problemi di comunicazione esistenti. Edifici e strade sono seriamente danneggiati e questo ostacola gli sforzi per fornire aiuti umanitari. A Yasynuvata, circa 150 persone, tra cui molti anziani, avrebbero trovato riparo in scantinati privi di elettricità. Altri sfollati stanno arrivando con risorse limitate e un maggior bisogno di aiuto. Sarà necessaria ulteriore assistenza in vista dell’approssimarsi della stagione invernale.
Dopo che, agli inizi di luglio, il governo ucraino ha ripreso il controllo di diverse città nella parte settentrionale della regione di Donetsk, molti sfollati interni hanno rapidamente fatto ritorno. Si calcola ad esempio che circa 20mila sfollati siano tornati a Slovyansk da altre aree della regione di Donetsk. Le autorità locali di Slovyansk stimano che sebbene il 40 per cento circa della popolazione sia fuggito al culmine delle ostilità, la grande maggioranza (il 90 per cento) è rientrata nelle proprie case. Sabato scorso, 27 agosto, un team dell’UNHCR ha visto lunghe file di auto, su molte delle quali vi erano minori, ferme ai posti di controllo in attesa di entrare nell’area di Slovyansk da nord. Sembra che i rientri si siano intensificati in vista dell’inizio dell’anno scolastico.
Riguardo ai flussi migratori all’esterno dell’Ucraina, nel mese di agosto circa altri 66mila ucraini hanno richiesto lo status di rifugiato o l’asilo nella Federazione Russa. Secondo il Servizio federale per le migrazioni della Federazione Russa, dal 1 gennaio sono 121.190 gli ucraini che hanno richiesto lo status di rifugiato o l’asilo temporaneo. Dalla fine di luglio, le “quote per l’asilo temporaneo” stabilite per diverse regioni, tra cui Mosca, San Pietroburgo, Rostov e la Cecenia sono state colmate e questo significa che i cittadini ucraini devono fare domanda di asilo in altre regioni. Inoltre, 138.825 ucraini hanno richiesto altre forme di soggiorno regolare, ad esempio permessi di soggiorno temporanei/permanenti e soggiorni nell’ambito del programma di “reinsediamento dei connazionali”.
Un numero maggiore di ucraini sta confluendo in Russia grazie al regime di esenzione dal visto. Secondo le autorità russe circa 814mila ucraini sono arrivati in Russia dal 1 gennaio 2014, tra cui le persone che hanno fatto domanda per lo status di rifugiato e altre forme di soggiorno.
La maggior parte degli ucraini che arrivano in Russia rimangono da parenti e amici, trovano una sistemazione presso una famiglia ospitante o affittano un appartamento. Le autorità russe hanno adottato diversi regolamenti per facilitare il soggiorno temporaneo dei cittadini ucraini che arrivano sul proprio territorio.
L’UNHCR continua a sostenere il governo locale e la società civile e a fornire assistenza diretta ai più vulnerabili. Ad oggi, ha distribuito oltre 150 tonnellate di aiuti umanitari nelle regioni di Donetsk e Kharkiv, dando accoglienza a oltre 100mila sfollati. Ha inoltre coordinato la distribuzione di cibo fornito da diverse fondazioni. In totale, 4.106 ucraini hanno fatto richiesta di asilo nell’Unione europea tra gennaio e luglio 2014, rispetto alle 903 domande presentate nel 2013. La maggior parte delle domande sono state fatte in Polonia (1.082), Germania (556) e Svezia (500). Inoltre, al 1 settembre si contavano 380 cittadini ucraini richiedenti asilo in Bielorussia.
“Se questa crisi non viene rapidamente fermata, non solo avrà conseguenze umanitarie devastanti, ma ha anche il potenziale di destabilizzare l’intera regione. Dopo le lezione dei Balcani, è difficile credere che un conflitto di queste dimensioni possa scoppiare nel continente europeo”- ha l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati detto António Guterres.
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