L’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, reitera ai governi e alle autorità coinvolte la richiesta di accelerare le procedure per lo sbarco di 522 persone che da diversi giorni si troverebbero a bordo di una nave della Guardia Costiera Italiana, dopo essere stati salvati in diverse operazioni nel Mediteraneo centrale.
Fra di loro, 42 persone, superstiti di un naufragio avvenuto 9 giorni fa, che ha causato la perdita di almeno 12 compagni di viaggio. Sono persone a cui devono essere fornite urgentemente cure adeguate e assistenza psicologica, a terra.
“La sofferenza dei superstiti dei naufragi è enorme. Dopo un lungo e pericoloso viaggio dai loro paesi di origine, segnati dalle violenze e dagli abusi subiti lungo il percorso, hanno visto morire in mare compagni di viaggio, forse membri delle loro famiglie,” ha commentato Carlotta Sami, portavoce UNHCR per il Sud Europa.
L’UNHCR reitera l’imperativo umanitario urgente: le persone soccorse in mare devono essere sbarcate il prima possibile.
Occorre inoltre colmare un’assenza preoccupante di informazioni circa la sorte di coloro che vengono intercettati e salvati nel Mediterraneo centrale, utile in particolare al personale umanitario impegnato nell’assistenza a terra.
Fino ad oggi, nel 2018, sono circa 15.500 gli arrivi via mare in Italia, una diminuzione di circa l’80% rispetto al 2017.
L’UNHCR è a favore di un meccanismo regionale di sbarco sicuro e prevedibile e, in seguito allo sbarco, di un’adeguata condivisione della responsabilità, per evitare situazioni in cui i paesi siano penalizzati dal dover gestire da soli le procedure seguenti allo sbarco. L’UNHCR è pronto, come sempre, a lavorare con i paesi dell’Europa e dell’area del Mediterraneo per garantire che salvare vite e mantenere lo spazio di asilo rimangano una priorità condivisa.
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