In visita nella Repubblica Democratica del Congo, l’Alto Commissario ONU per i Rifugiati Filippo Grandi elogia gli sforzi inclusivi per sostenere i rifugiati centrafricani, mentre chiede un maggiore sostegno internazionale.
“Questa volta ho perso mio figlio di cinque anni. È annegato nel fiume”, ha detto.
Lo scorso gennaio, mentre attraversava il fiume da Bema, nella RCA, a Yakoma, nella Repubblica Democratica del Congo, aveva lasciato suo figlio Eric sulla riva del fiume – la sua canoa era troppo piccola per trasportare la sua famiglia di sette persone in una volta sola, così ha dovuto fare diversi viaggi avanti e indietro.
Quando è tornato a riva, non è riuscito a trovare Eric. Preso dal panico, ha chiesto ai pescatori che erano nei paraggi, e loro hanno confermato le sue peggiori paure quando hanno potuto identificare il suo corpo.
“Ero completamente sotto shock”, ha ricordato.
Come altri rifugiati centrafricani, Fidel e la sua famiglia sono fuggiti dalla violenza e dall’insicurezza dovute alle elezioni dello scorso dicembre, riuscendo a malapena a portare con sè qualche effetto personale. Finora, oltre 117.000 persone si sono riversate nei vicini Camerun, Ciad e Repubblica del Congo, e la maggior parte ha trovato sicurezza nella RDC. Altre 164.000 persone sono sfollate all’interno della RCA.
Una volta raggiunta Yakoma, nella provincia dell’Ubangi settentrionale della RDC, Fidel, sua moglie Brigitte e i loro sei figli sono stati accolti da una famiglia congolese nella sua modesta casa.
La maggior parte dei rifugiati centrafricani è stata generosamente ospitata dalle comunità locali, che a loro volta lottano per condividere le poche risorse che hanno.
La settimana scorsa, l’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, e i partner hanno iniziato a trasferire i rifugiati più all’interno, lontano dalla zona di confine di Yakoma, in un sito più sicuro nel villaggio di Modale che può ospitare fino a 10.000 rifugiati.
La famiglia di Fidel era tra il primo gruppo di 335 rifugiati arrivati nel nuovo sito questa settimana, dove inizieranno il processo di insediamento tra le comunità congolesi locali, che hanno generosamente offerto terreni alle famiglie rifugiate e accolto i bambini nelle loro scuole.
L’UNHCR sta allestendo nuove strutture idriche e igienico-sanitarie ed espandendo i servizi sanitari ed educativi, mentre rafforza le infrastrutture esistenti in modo da ridurre la pressione sui servizi dovuta ai nuovi arrivi.
In una visita a Modale questa settimana, l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati Filippo Grandi ha elogiato questi sforzi che aiuteranno i rifugiati a ricostruire le loro vite.
“È davvero uno sforzo inclusivo. I rifugiati possono coltivare i loro raccolti insieme alla comunità ospitante, diventare autosufficienti, accedere ai servizi medici e andare a scuola”, ha detto.
Ha anche invitato la comunità internazionale a sostenere urgentemente questi sforzi.
“Dobbiamo mostrare un maggiore impegno verso questo paese e le sue comunità che continuano ad aprire le braccia e ad ospitare i rifugiati con i pochi mezzi che hanno”, ha aggiunto.
Grandi ha incontrato anche Fidel e Brigitte, che hanno condiviso con lui la loro tragica esperienza.
“I rifugiati che ho incontrato vogliono tornare a casa, ma solo se ci sono pace e sicurezza durature. Sono comprensibilmente spaventati dopo essere stati costretti a fuggire ripetutamente”, ha aggiunto.
Ha ricordato la sua ultima visita nella RCA nel dicembre 2019, quando c’erano segni speranzosi di pace, e ha espresso il desiderio che si trovi una soluzione per tutti i rifugiati in questa regione inaccessibile.
Grandi ha anche fatto appello alla comunità internazionale per aiutare la RCA a uscire dalla “spirale di violenza e disordini” che ha caratterizzato la sua storia recente.
“È particolarmente importante per la sua gente, affinché non debba fuggire”, ha detto. “Le persone si sentono più sicure qui nella RDC, ma sono necessarie maggiori risorse. Questa è una situazione molto sottofinanziata che richiede più attenzione da parte della comunità internazionale”.
L’UNHCR ha ricevuto solo il 16% dei 204,8 milioni di dollari necessari per le operazioni nella RDC. Insieme alla Commissione Nazionale per i Rifugiati (CNR) del governo congolese, l’UNHCR ha registrato quasi 53.000 nuovi arrivi dalla RCA nelle province di Bas Huele, Nord Ubangi e Sud Ubangi, dal 22 aprile. La registrazione è ancora in corso – le autorità della RDC stimano che 92.000 rifugiati siano arrivati dalla RCA dallo scorso dicembre.
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