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Condividere la responsabilità per i grandi movimenti di rifugiati  

Condividere la responsabilità per i grandi movimenti di rifugiati  

7 Luglio 2017

Mentre l'UNHCR prosegue nel guidare l’impegno per l’elaborazione di un Global Compact per i rifugiati, lunedì 10 luglio 2017 si terrà a Ginevra un incontro internazionale, in cui verranno esplorati esempi passati e attuali di condivisione di responsabilità per i movimenti di rifugiati su larga scala.

La Dichiarazione di New York su rifugiati e migranti dello scorso anno, adottata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 19 settembre 2016, ha invitato l'Alto Commissariato a sviluppare un accordo globale sui rifugiati, in consultazione con gli Stati e con gli altri soggetti interessati. Tale accordo dovrà essere presentato nel 2018 all’attenzione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

La riunione di lunedì al Palazzo delle Nazioni è la prima di una serie di discussioni tematiche in programma quest'anno per fornire informazioni utili allo sviluppo del Global Compact. Riunisce circa 300 partecipanti tra governi, organizzazioni internazionali, ONG, esponenti del mondo accademico e altri esperti. L’incontro sarà trasmesso in diretta su webtv.un.org dalle 10 alle 18.

La prima discussione si concentrerà su uno dei temi chiave affrontati nella Dichiarazione di New York, in cui 193 Stati hanno assunto un impegno fondamentale per "una condivisione più equa del carico e della responsabilità di accoglienza e supporto dei rifugiati nel mondo". Durante l’incontro verranno presi in considerazione alcuni esempi - passati e presenti - tra quelli che si sono rivelati più efficaci nella protezione dei rifugiati e nell’equa condivisione di responsabilità tra gli Stati.

Esempi del passato

Le partenze irregolari, i rischiosi viaggi in barca, i respingimenti e le minacce di chiudere i confini da parte di quei Paesi che temono gli effetti destabilizzanti di grandi ondate di rifugiati non rappresentano una novità. Molte delle sfide che oggi ci troviamo ad affrontare in tema di protezione dei rifugiati sono state affrontate già in precedenza. La comunità internazionale si è riunita e ha stabilito accordi per preservare il diritto d'asilo delle persone in fuga, per condividere tra gli Stati l'onere di accogliere i rifugiati, per rafforzare gli accordi di pace sostenendo lo sviluppo e per garantire ai rifugiati che fanno ritorno a casa un aiuto mirato per ricostruire la propria vita.

La conferenza di lunedì si concentrerà su tre esempi del passato: il Piano di Azione Globale per i rifugiati dell’Indocina (CPA - Comprehensive Plan of Action for Indochinese Refugees) del 1989, la Conferenza internazionale sui rifugiati del Centro America (CIREFCA - International Conference on Central American Refugees) del 1989, il Programma per l'Evacuazione Umanitaria (HEP - Humanitarian Evacuation Programme) e il Programma di Trasferimento Umanitario (HTP - Humanitarian Transfer Programme) del 1999 per i rifugiati provenienti dal Kosovo (S / RES / 1244 (1999).

Situazioni odierne

Le discussioni tematiche di lunedì esamineranno anche i piani in corso che prevedono condivisione della responsabilità per i movimenti di rifugiati, come il Piano per i rifugiati della Siria, che dal 2015 è implementato attraverso un piano combinato "rifugiato e resilienza", coordinato congiuntamente dall'UNHCR e dall'UNDP.

L'aumento del sostegno allo sviluppo per i Paesi e le comunità ospitanti è stato un elemento chiave, così come l'espansione delle opportunità di reinsediamento e di altri percorsi per l'ammissione in Paesi terzi. Altri accordi correnti da discutere in occasione dell’incontro saranno i Piani di risposta per i rifugiati afghani e somali e gli impegni assunti dai Paesi dell'America Latina per migliorare le condizioni di protezione e le prospettive di soluzione per i rifugiati, gli sfollati e gli apolidi della regione, nell'ambito della Dichiarazione del Brasile e del Piano d’Azione del 2014.

Il piano di azione per il Compact sui rifugiati

L'UNHCR auspica che le discussioni tematiche riescano a individuare una serie di azioni, buone pratiche e lezioni per gli Stati e altri attori, da cui partire per sviluppare un programma d'azione, che l'Alto Commissariato proporrà poi come parte del Global Compact sui Rifugiati, che pone al centro il quadro onnicomprensivo di risposta per i rifugiati (Comprehensive Refugee Response Framework) già approvato dagli Stati membri dell'ONU nella Dichiarazione di New York. Il programma d'azione si baserà sugli impegni presi nel quadro della suddetta Dichiarazione e cercherà di rendere più prevedibile ed equa ogni futura risposta globale a situazioni di movimenti di rifugiati su larga scala.

Ulteriori informazioni sul processo di sviluppo di un Global Compact sui rifugiati sono disponibili all'indirizzo: http://www.unhcr.org/towards-a-global-compact-on-refugees.html

Ulteriori informazioni sull'incontro, compresi programma e abstract sono disponibili all'indirizzo: http://www.unhcr.org/thematic-discussions-for-the-global-compact-on-refugees.html

Dettagli dell’incontro

L'intero incontro (che si terrà nella Salle XVII) sarà trasmesso in diretta su webtv.un.org dalle 10 alle 18, con una breve pausa tra le 13 e le 13:30.

Fotografie degli interventi di apertura saranno pubblicate su media.unhcr.org nel pomeriggio del 10 luglio.

Un numero limitato di posti a sedere è disponibile in Salle XVII per i media accreditati con l'ONU a Ginevra.

Il Vice Alto Commissario per la Protezione dell'UNHCR Volker Türk co-presiederà la riunione e aprirà i lavori alle 10; introdurrà inoltre l'evento collaterale sugli esempi passati alle 13:30.

Volker Türk esporrà le considerazioni finali al termine dell’incontro, tra le 17 e le 18.

Ulteriori informazioni

  1. Piano di Azione Globale per i rifugiati dell’Indocina (CPA)

Il CPA fu adottato da 70 governi a Ginevra nel giugno 1989, in un momento in cui i Paesi del Sud-Est Asiatico minacciavano di respingere i richiedenti asilo a seguito di un aumento degli arrivi da Vietnam e Laos e dell'accresciuta riluttanza dei Governi occidentali a mantenere aperte le opportunità di reinsediamento. Il Piano comprendeva un certo numero di impegni presi dai Paesi di origine, di asilo e reinsediamento, comprese campagne di comunicazione volte a scoraggiare le partenze per motivi non legati ai bisogni di protezione e un programma di partenze ordinato per fornire alle persone percorsi di fuga alternativi e legali. Alle persone arrivate furono garantite protezione temporanea e processi per la determinazione dello status di rifugiato nei Paesi di primo asilo in Asia sud-orientale, a condizione che i rifugiati venissero poi reinsediati in Paesi terzi. Il ritorno a casa delle persone non riconosciute come rifugiate fu sostenuto attraverso consulenza e assistenza economica per il reintegrazione nei Paesi di origine.

  1. Conferenza internazionale sui rifugiati del Centro America (CIREFCA)

CIREFCA è l'acronimo spagnolo della Conferenza Internazionale sui Rifugiati del Centro America, firmata nel 1989, che ha rappresentato un impegno regionale per la ricerca di soluzioni per centinaia di migliaia di sfollati, attraverso un approccio di sviluppo integrato. Verso la fine degli anni '80, circa tre milioni di persone fuggirono da conflitti interconnessi in Guatemala, El Salvador e Nicaragua; tra di loro, 150.000 erano rifugiati e 900.000 erano persone senza documenti che si trovavano in una situazione simile a quella dei rifugiati.

CIREFCA si ricollegava agli accordi di pace di Esquipulas II, firmati dai leader dell'America centrale nel 1987, che avevano istituito un piano di azione per la pace e riconosciuto l'importanza di risolvere le situazioni di migrazione forzata su larga scala come parte integrante del processo di pace. CIREFCA ha cercato di stimolare il sostegno regionale e internazionale per il ritorno volontario e sostenibile di rifugiati e sfollati, nonché per l'integrazione nelle comunità ospitanti. CIREFCA ha raccolto più di 422 milioni di dollari e ha aiutato 134.000 persone in fuga (soprattutto rifugiati) a tornare nelle loro aree di origine in El Salvador, Guatemala e Nicaragua.

  1. Programma per l'Evacuazione Umanitaria (HEP) e Programma di Trasferimento Umanitario (HTP) per i rifugiati del Kosovo (S/RES/1244 (1999))

Quando il conflitto in Kosovo (S/RES/1244 (1999)), rimasto a lungo sopito, è infine esploso alla fine del marzo 1999, più di 850.000 rifugiati fuggirono nei Paesi vicini, soprattutto in Albania e nell'ex Repubblica Jugoslava di Macedonia.

All'inizio di aprile, l'ex Repubblica Jugoslava di Macedonia - preoccupata per gli effetti potenzialmente destabilizzanti di un grande afflusso di rifugiati - chiese che venisse stabilito un sistema di condivisione internazionale del carico. Il Paese acconsentì a continuare ad accogliere i rifugiati a condizione che una parte di loro venisse temporaneamente trasferita in Paesi terzi. Alla fine dell'emergenza, quasi 96.000 rifugiati erano stati temporaneamente evacuati in 29 Paesi attraverso il Programma per l'Evacuazione Umanitaria (HEP). Altre 1.400 persone erano state trasferite dall'ex Repubblica Jugoslava di Macedonia all'Albania nell'ambito del Programma di Trasferimento Umanitario (HTP).