SUDAN, UNHCR: triplica in Ciad il numero di rifugiati sudanesi
SUDAN, UNHCR: triplica in Ciad il numero di rifugiati sudanesi

Un membro del personale dell'UNHCR controlla i documenti dei rifugiati appena arrivati dalla regione sudanese del Darfur settentrionale in un sito di transito vicino al valico di frontiera di Tine, in Ciad.
L'UNHCR, l'Agenzia ONU per i Rifugiati, lancia l'allarme sull'aggravarsi dell'emergenza umanitaria nel Ciad orientale, dove il numero di rifugiati sudanesi è più che triplicato in poco più di due anni di conflitto mortale.
Dall'aprile 2023, più di 844.000 rifugiati sudanesi hanno attraversato il Ciad. Prima di quest'ultima crisi, il Ciad ospitava circa 409.000 rifugiati sudanesi fuggiti dalle precedenti ondate di conflitto in Darfur tra il 2003 e il 2023. In poco più di due anni, il Paese ha visto questa popolazione di rifugiati salire a oltre 1,2 milioni di persone, superando di gran lunga il numero di persone accolte nei due decenni precedenti e sottoponendo a una pressione insostenibile la capacità di risposta del Ciad.
L'afflusso più recente in Ciad è iniziato alla fine di aprile 2025, in seguito ai violenti attacchi dei gruppi armati nel Darfur settentrionale all'inizio di aprile. Gli assalti ai campi per sfollati, tra cui Zamzam e Abu Shouk, e alla città di El Fasher hanno ucciso più di 300 civili e costretto decine di migliaia di persone alla fuga in cerca di sicurezza. In poco più di un mese, 68.556 rifugiati sono arrivati nelle province ciadiane di Wadi Fira e Ennedi Est, con una media di 1.400 persone che hanno attraversato il confine quotidianamente negli ultimi giorni. Fuggono terrorizzati, molti sotto il fuoco, attraversando posti di blocco armati, estorsioni e strette restrizioni imposte dai gruppi armati.
I team di protezione dell'UNHCR hanno intervistato 6.810 rifugiati appena arrivati dalla fine di aprile, ascoltando racconti strazianti di violenze e perdite. Uno sconcertante 72% ha riferito di gravi violazioni dei diritti umani, tra cui violenze fisiche e sessuali, detenzione arbitraria e reclutamento forzato; il 60% ha dichiarato di essere stato separato dai propri familiari.
Oltre all'emergenza di sfollati e rifugiati, è in corso una devastante crisi che colpisce i bambini.
Tra i bambini in età scolare, il 66% non ha accesso all'istruzione e 30 bambini sono arrivati con gravi ferite.
Tra loro c'è Hawa, una bambina di sette anni fuggita in Ciad con la sorella maggiore dopo aver perso la madre, il padre e due fratelli in un bombardamento su Zamzam. Durante l'attacco, Hawa ha riportato gravi ferite ed è stato necessario amputarle una gamba. La sua storia è solo una tra le innumerevoli che riflettono il devastante tributo fisico e psicologico della guerra in corso sui civili in Sudan. È urgente espandere l'assistenza sanitaria e il sostegno alla salute mentale per affrontare le sofferenze immediate e gettare le basi per la ripresa e la riconciliazione.
Nonostante gli sforzi dei partner umanitari e delle autorità locali, la risposta all'emergenza rimane pericolosamente sottofinanziata. Anche le condizioni degli alloggi sono disastrose. Solo il 14% dei bisogni attuali viene soddisfatto, lasciando decine di migliaia di persone esposte a condizioni climatiche estreme e all'insicurezza. I rifugiati ricevono attualmente solo 5 litri d'acqua a persona al giorno, ben al di sotto dello standard internazionale di 15-20 litri per i bisogni quotidiani di base. Questa grave carenza costringe le famiglie a fare scelte impossibili che mettono a rischio la loro salute e la loro dignità. Inoltre, circa 290.000 rifugiati rimangono bloccati al confine, esposti alle intemperie, all'insicurezza e al rischio di ulteriori violenze.
L'UNHCR sottolinea anche l'urgente necessità che la comunità globale riconosca e agisca per sradicare le gravi violazioni dei diritti umani subite in Sudan. La violenza a El Fasher e dintorni, la proliferazione dei posti di blocco e le restrizioni alla circolazione imposte dai gruppi armati rendono sempre più pericolosi gli spostamenti dei civili e contribuiscono ad aumentare i rischi per coloro che stanno ancora cercando di fuggire.
Nell'ambito della risposta regionale per i rifugiati del Sudan, l'UNHCR e i suoi partner in Ciad stanno cercando urgentemente di ottenere 553,7 milioni di dollari per rispondere alle esigenze di vita dei rifugiati in fuga dal Sudan verso il Ciad orientale, tra cui protezione, riparo, cibo, acqua e servizi igienici.
Dall'inizio della guerra, giunta ormai al terzo anno, quattro milioni di persone sono fuggite dal Sudan verso i Paesi limitrofi: una pietra miliare devastante in quella che è la crisi di sfollati e rifugiati più devastante al mondo. Se il conflitto continuerà, altre migliaia di persone continueranno a fuggire, mettendo a rischio la stabilità regionale e globale.
È una crisi di umanità, di sicurezza e di infanzia. Le vite e il futuro di milioni di civili innocenti, compresi i bambini come Hawa, sono in bilico. Senza un aumento significativo dei finanziamenti, l'assistenza salvavita non potrà essere fornita con la portata e la velocità necessarie.
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