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Apolidi, milioni di invisibili

Apolidi, milioni di invisibili

Il numero esatto di persone apolidi a livello mondiale è sconosciuto, ma UNHCR stima che siano diversi milioni – di cui circa un terzo sono bambini.Una condizione, l’apolidia, che ha un impatto pesante sulle loro vite. Spesso non possono andare a scuola, essere visitati da un medico. Non possono avere un lavoro, aprire un conto in banca, comprare una casa, sposarsi…A chi è apolide non viene riconosciuto il diritto fondamentale alla cittadinanza, quindi non può godere dei diritti legati ad essa.
© UNHCR / Roger Arnold

Mai più apolidia: una sfida per il 2024

Per porre fine all’apolidia entro il 2024 l’UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, ha lanciato la campagna #IBelong. A spiegare le motivazioni, le parole dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati Filippo Grandi:

Invisibile è il termine più comunemente usato per descrivere cosa si prova a vivere senza nazionalità. Per i bambini e i giovani che vivono in situazioni di apolidia, essere ‘invisibili’ significa dover rinunciare a un’istruzione, essere emarginati nel parco giochi, non poter ricevere cure mediche, essere privi di opportunità di lavoro e non poter far sentire la propria voce.