I tagli brutali ai finanziamenti nel settore umanitario stanno mettendo a rischio milioni di vite. Le conseguenze per le persone in fuga dal pericolo saranno immediate e devastanti:
– Le donne e le ragazze rifugiate, a rischio estremo di stupro e altri abusi, stanno già perdendo l’accesso ai servizi che le tenevano al sicuro.
– I bambini rimarranno senza insegnanti o scuole, e questo li spingerà verso il lavoro minorile, la tratta o il matrimonio precoce.
– Le comunità di rifugiati avranno meno ripari, acqua e cibo.
La maggior parte dei rifugiati rimane vicino a casa. La riduzione degli aiuti renderà il mondo meno sicuro, spingendo sempre più persone disperate a diventare rifugiati o a continuare a spostarsi.
L’UNHCR, l’Agenzia ONU per i Rifugiati, ha cercato modi innovativi ed efficienti per svolgere la sua missione, sfruttando al meglio ogni donazione per coloro che fuggono dal pericolo. Oltre il 90% del nostro personale è in prima linea per aiutare le comunità colpite.
Insieme ai nostri partner, solo lo scorso anno abbiamo risposto a 43 emergenze. Con meno fondi, meno personale e una minore presenza dell’UNHCR nei Paesi che ospitano i rifugiati, l’equazione è semplice: si perderanno delle vite.
Non si tratta solo di una carenza di fondi, ma di una crisi di responsabilità. Il costo dell’inazione si misurerà in sofferenza, instabilità e futuro perduto.
Il nostro impegno nei confronti delle persone costrette a fuggire rimane incrollabile. Con un sostegno costante, possiamo identificare e assistere i più vulnerabili, dispiegarci rapidamente quando si verificano nuove emergenze, aiutare a stabilizzare le regioni fragili e facilitare il ritorno a casa in sicurezza dei rifugiati.
Facciamo appello agli Stati membri affinché rispettino i loro impegni nei confronti delle persone costrette alla fuga. È il momento di essere solidali, non di ritirarsi.
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