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Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, esorta ad agire per risolvere la situazione delle persone apolidi che "vivono nell'ombra"

Comunicati stampa

Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, esorta ad agire per risolvere la situazione delle persone apolidi che "vivono nell'ombra"

Sono necessari sforzi maggiori per risolvere la situazione di coloro che non hanno una cittadinanza, ha esortato oggi Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, in occasione dell'ottavo anniversario della campagna globale dell'UNHCR \X6FIBelong per porre fine all'apolidia. L'apolidia, che colpisce almeno 4,3 milioni di persone, è una grave e diffusa violazione…
4 November 2022

Una famiglia un tempo apolide mostra i documenti d'identità appena ottenuti nella propria casa di Dushanbe, in Tagikistan. © UNHCR/Didor Saidulloyev

Sono necessari sforzi maggiori per risolvere la situazione di coloro che non hanno una cittadinanza, ha esortato oggi Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, in occasione dell'ottavo anniversario della campagna globale dell'UNHCR #IBelong per porre fine all'apolidia.

L'apolidia, che colpisce almeno 4,3 milioni di persone, è una grave e diffusa violazione dei diritti umani.

"Privi del diritto fondamentale alla cittadinanza, coloro che sono nati o rimasti apolidi si trovano in un limbo giuridico devastante. Sono impossibilitati ad accedere ai loro diritti umani fondamentali e a partecipare pienamente alla società. Le loro vite sono segnate da esclusione, privazione ed emarginazione", ha dichiarato Grandi.

"Sebbene negli ultimi anni abbiamo assistito a grandi progressi per porre rimedio a questa piaga dell'umanità, sono necessari molti più sforzi e impegno politico per migliorare la vita di milioni di persone che languono senza cittadinanza e che vivono nell'ombra".

Con il mandato della comunità internazionale di identificare e proteggere le persone apolidi e di prevenire e ridurre l'apolidia nel mondo, l'UNHCR, l'Agenzia ONU per i Rifugiati, ha lanciato nel 2014 la decennale campagna #IBelong per attirare l'attenzione e il sostegno per risolvere il problema.

Dal lancio della campagna sono state trovate delle soluzioni. Quasi 450.000 persone apolidi hanno acquisito o visto confermata la loro cittadinanza e decine di migliaia di persone in Asia, Europa, Africa e nelle Americhe hanno ora a disposizione un percorso verso la cittadinanza grazie a modifiche legislative recentemente emanate. Ventuno Stati hanno introdotto procedure per identificare le persone apolidi sul loro territorio e facilitarne la naturalizzazione. Trenta Stati hanno aderito a una o a entrambe le Convenzioni ONU sull'apolidia.

In Asia, Africa e Medio Oriente sono state create reti regionali della società civile sull'apolidia, che si aggiungono a quelle già esistenti in Europa e nelle Americhe.

Tre Paesi hanno riformato le leggi sulla cittadinanza che erano discriminatorie per motivi di genere, una delle cause principali dell'apolidia, sebbene 24 continuino a negare alle donne il diritto di trasmettere la nazionalità ai propri figli. I progressi continuano a bloccarsi anche in alcune delle situazioni principali di apolidia, spesso radicate nella discriminazione basata su razza, religione o etnia.

"Sebbene l'apolidia resti un problema globale, con molte cause diverse, può essere risolto attraverso soluzioni locali, spesso molto semplici", ha dichiarato Grandi.

"Faccio appello ai governi e ai legislatori di tutto il mondo affinché utilizzino i prossimi due anni della campagna per accelerare l'azione e colmare le lacune legali e politiche che continuano a lasciare indietro milioni di persone".

Ulteriori informazioni sulla campagna globale dell'UNHCR sono disponibili QUI.

Per maggiori informazioni: