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Curare le ferite interiori

Curare le ferite interiori

La maggioranza delle persone che arrivano in Europa attraverso la rotta del Mediterraneo centrale ha vissuto eventi estremamente traumatici durante il viaggio.Uomini, donne, bambini e bambine che hanno bisogno di un aiuto specifico per affrontare quanto è accaduto e provare a superarlo, per guardare al futuro con più serenità.

© UNHCR/Jason Tanner

Il partenariato con MEDU - Medici per i Diritti Umani

Il progetto Psychè Per dare assistenza medico-psicologica alle persone sopravvissute a tortura e a trattamenti crudeli, inumani e degradanti MEDU ha creato a Roma il progetto Psychè per la salute mentale transculturale, cofinanziato dall’UNHCR dal 2019. Il progetto fornisce supporto medico-psicologico e psico-sociale alle persone sopravvissute a tortura e traumi estremi, e al contempo svolge attività di documentazione e ricerca sul tema, con l’obiettivo di contribuire alla prevenzione e al contrasto della tortura e degli altri trattamenti crudeli, inumani e degradanti.

Il centro clinico Psychè accompagna i pazienti con diverse attività, con l’obiettivo della piena integrazione nella società che li accoglie. L’approccio clinico – basato sulla terapia medica, la psicoterapia cognitivo-comportamentale culturalmente adattata e tecniche per la rielaborazione delle memorie traumatiche – si unisce con la valorizzazione della dimensione psico-sociale, attraverso incontri informativi e attività di orientamento sul territorio.

Interventi negli insediamenti informali

Dal 2019, nel quadro della partnership con MEDU, sosteniamo anche interventi di supporto e assistenza tramite Un Camper per i diritti, un progetto nato a Roma nel 2004 con l’obiettivo di raggiungere i gruppi di popolazione più vulnerabili che vivono in strada o presso insediamenti informali, per promuovere la tutela della salute, la conoscenza dei diritti fondamentali e facilitare l’accesso alle cure ed ai servizi socio-sanitari del territorio. L’intervento prevede la presenza di un team multidisciplinare - composto da un coordinatore del progetto, un coordinatore clinico, due mediatori linguistico-culturali e un logista – e di un sostanzioso gruppo di volontari, tra cui medici e operatori socio-legali, che raggiungono gli insediamenti informali fornendo prima assistenza sanitaria e orientamento socio-legale per favorire la conoscenza dei diritti e l’accesso ai servizi, alle reti di associazioni e agli enti di tutela del territorio.

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