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Dichiarazione dell'UNHCR sulla violenza al confine tra Grecia ed Ex Repubblica Jugoslava di Macedonia, ieri 10 Aprile. (Dichiarazione attribuibile al Portavoce dell’UNHCR Adrian Edwards)

Comunicati stampa

Dichiarazione dell'UNHCR sulla violenza al confine tra Grecia ed Ex Repubblica Jugoslava di Macedonia, ieri 10 Aprile. (Dichiarazione attribuibile al Portavoce dell’UNHCR Adrian Edwards)

11 Aprile 2016

La violenza di ieri a Idomeni, al confine tra la Grecia e l’ex Repubblica Jugoslava di Macedonia, e le numerose immagini che abbiamo visto dell’utilizzo di gas lacrimogeni, sono motivo di grande preoccupazione per l’UNHCR. Dovrebbero esserlo per tutti coloro a cui interessa la risposta dell’Europa alla situazione di rifugiati e migranti.

Nei mesi recenti più volte abbiamo assistito a tensioni crescenti in diversi confini europei, tra le forze di sicurezza da una parte e le persone in fuga dalla guerra e bisognose di aiuto dall’altra. Le persone sono state ferite, le strutture danneggiate. Ne ha risentito la percezione comune rispetto ai rifugiati e l’immagine dell’Europa. Tutti hanno perso.

Negli ultimi giorni, l’attenzione pubblica e dei media è stata focalizzata su come, nelle isole dell’Egeo e in Turchia, si sta attuando l’accordo tra l’Unione europea e la Turchia. Non dobbiamo dimenticare i molti altri rifugiati e migranti che continuano ad essere colpiti da questa situazione, specialmente le circa 46.000 persone sulla terraferma in Grecia, arrivate prima che entrasse in vigore l’accordo. A Idomeni, da diverse settimane circa 11.000 persone dormono all’aperto, in condizioni pessime, sempre più disperate.

L’UNHCR è pronto a sostenere il trasferimento volontario di queste persone nelle zone messe a disposizione dal governo greco, e a fornire i servizi necessari mentre si svolgono le operazioni di registrazione e le procedure d’asilo. Cosa che risulta molto urgente. Nel frattempo, a Idomeni, l’UNHCR con il governo greco, le ONG greche e altri partner stanno fornendo cibo, assistenza medica, aiuto per le persone con bisogni specifici, e misure di prevenzione e risposta alla violenza sessuale e di genere.

Una più ampia soluzione – ossia quella di ricollocare in altri Stati europei coloro che sono eleggibili per la protezione internazionale – è stata già concordata da parecchi mesi. Occorre metterla in pratica.

La violenza è sbagliata in qualsiasi circostanza. L’UNHCR spera che l’Europa prenderà ora i provvedimenti necessari. Siamo pronti ad aiutare ulteriormente i governi nell’adempiere i loro obblighi nei confronti dei rifugiati.