MYANMAR, UNHCR: si teme che la disperazione estrema abbia portato alla morte in mare di 427 Rohingya
MYANMAR, UNHCR: si teme che la disperazione estrema abbia portato alla morte in mare di 427 Rohingya

Un'imbarcazione con rifugiati Rohingya attraverso il Mare delle Andamane è ancorata al largo dopo che i rifugiati sono sbarcati su una spiaggia ad Aceh, in Indonesia, l'8 gennaio 2023.
L'UNHCR, l'Agenzia ONU per i Rifugiati, è gravemente preoccupata per le notizie di due tragedie avvenute al largo delle coste del Myanmar all'inizio di questo mese, con stime che parlano di 427 Rohingya morti in mare.
Si tratterebbe della più grave tragedia in mare di quest’anno che coinvolga rifugiati Rohingya che cercavano di mettersi in salvo. Finora nel 2025, quasi 1 persona su 5 che ha tentato pericolosi spostamenti in mare in questa regione è risultata morta o dispersa, rendendo le acque del Mare delle Andamane e del Golfo del Bengala tra le più letali al mondo.
I dettagli sono ancora in fase di conferma, ma le notizie suggeriscono che circa 514 Rohingya stavano viaggiando su due imbarcazioni separate. La prima imbarcazione trasportava 267 persone. Tra di loro, oltre la metà sarebbe partita dai campi profughi di Cox's Bazar, in Bangladesh, mentre gli altri sarebbero partiti dallo Stato di Rakhine, in Myanmar. L'imbarcazione è affondata il 9 maggio, con solo 66 sopravvissuti. La seconda imbarcazione trasportava 247 Rohingya - anch'essi rifugiati dai campi di Cox's Bazar e in fuga dallo Stato di Rakhine - e si è rovesciata il 10 maggio, con soli 21 sopravvissuti. L'UNHCR sta lavorando per verificare i dettagli relativi ai sopravvissuti. Si ha notizia di una terza imbarcazione, con a bordo circa 188 Rohingya, che è stata intercettata mentre lasciava il Myanmar il 14 maggio.
“La terribile situazione umanitaria, esacerbata dai tagli ai finanziamenti, sta avendo un impatto devastante sulle vite dei Rohingya, che sempre più spesso ricorrono a viaggi pericolosi per cercare sicurezza, protezione e una vita dignitosa per se stessi e le loro famiglie”, ha dichiarato Hai Kyung Jun, direttore dell'Ufficio regionale dell'UNHCR per l'Asia e il Pacifico. “L'ultima tragedia ricorda in modo agghiacciante che l'accesso a una protezione significativa, soprattutto nei Paesi di primo asilo, così come la condivisione delle responsabilità e gli sforzi collettivi lungo le rotte marittime, sono essenziali per salvare vite umane”.
Con la stagione annuale dei monsoni già arrivata nella regione, che porta forti venti, piogge e mare mosso, queste imbarcazioni stavano viaggiando in un momento particolarmente pericoloso, che riflette la disperazione di coloro che compiono queste traversate.
Salvare vite umane e soccorrere chi è in difficoltà in mare è un imperativo umanitario e un dovere di lunga data secondo il diritto marittimo internazionale. L'UNHCR invita le autorità della regione ad agire con urgenza per prevenire future tragedie.
L'UNHCR invita inoltre la comunità internazionale a essere solidale con i Paesi della regione che hanno ospitato i rifugiati Rohingya. Finché la situazione nello Stato di Rakhine in Myanmar non sarà pacifica e favorevole a un ritorno sicuro e volontario, la comunità internazionale deve continuare a sostenere gli sforzi per fornire assistenza salvavita ai rifugiati Rohingya.
L'UNHCR ha bisogno di 383,1 milioni di dollari nel 2025 per stabilizzare le vite dei rifugiati e delle comunità che li ospitano in Bangladesh, India, Indonesia, Malesia, Thailandia e degli sfollati all'interno del Myanmar. Finora è stato ricevuto solo il 30% di questa somma.
Per ulteriori informazioni, visitare il Portale dei dati operativi - Situazione in Myanmar.