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La forza di una madre: la storia di Nyaguen Koang, sfollata in Sud Sudan

Storie

La forza di una madre: la storia di Nyaguen Koang, sfollata in Sud Sudan

21 Luglio 2025
Nyaguen Koang Garang, 39 anni, cammina in un campo allagato per sfollati interni a Bor, Sud Sudan.

Nyaguen Koang Garang, 39 anni, cammina in un campo allagato per sfollati interni a Bor, Sud Sudan.

La storia di Nyaguen, sfollata da oltre 10 anni

Dal 2013, Nyaguen Koang vive in un campo per sfollati a Bor, in Sud Sudan. È stata costretta ad abbandonare la sua casa a causa di gravi inondazioni, che hanno distrutto tutto ciò che possedeva. Oggi condivide un piccolo rifugio precario con i suoi sette figli, in un’area costantemente minacciata da nuove piogge, acqua stagnante, serpenti e fame.

“Il nostro rifugio si allaga ogni volta che piove. L’acqua entra dal tetto e si riversa sul pavimento. Cerco di fermarla con sabbia e terra, ma non basta. Dormiamo con i vestiti addosso, stretti sotto l’unica coperta che abbiamo.”

Durante la stagione delle piogge, Nyaguen affronta ogni giorno il rischio che il suo riparo venga completamente sommerso. La notte, per proteggere i bambini dal freddo e dai serpenti che si intrufolano nella loro capanna, si rifugiano nella piccola stanza di un vicino. Anche lì non c'è spazio per tutti, ma almeno c'è un tetto un po’ più solido.

“Mi preoccupo soprattutto per i più piccoli. Quando li vedo tremare, quando li tocco e sento quanto sono freddi, so che non stanno bene. Li abbraccio e prometto loro che il giorno dopo cucinerò qualcosa, anche se spesso non abbiamo nulla.”

Nyaguen lavora come tuttofare in un piccolo ristorante del campo: cucina, lava i piatti, pulisce i tavoli. Ma il suo salario non basta per sfamare la famiglia. A volte riescono a mangiare solo due volte al giorno. Altre volte, il porridge della mattina è l’unico pasto della giornata.

“Ieri non abbiamo mangiato nulla. Non potevo andare a lavorare perché la persona che di solito guarda i miei bambini era fuori a cercare lavoro. Non potevo lasciarli soli con questo tempo.”

La sua è una quotidiana lotta per la sopravvivenza. Quando riesce, Nyaguen cerca lavoretti come bracciante nei campi vicini. Altrimenti, si affida alla grazia di Dio e alla generosità dei vicini.

Il peggioramento della crisi: fame, alluvioni e tagli agli aiuti umanitari

Le alluvioni del 2020 avevano già messo in ginocchio il campo dove vive Nyaguen, ma allora l’acqua veniva almeno pompata via ogni giorno. Oggi, la situazione è drammaticamente peggiorata: nessuno pompa più l’acqua, non ci sono abbastanza teli di plastica, né scorte alimentari. Con l’arrivo delle nuove piogge, molte famiglie rischiano di morire di fame e di malattie.

“A volte resto sveglia tutta la notte a pensare a come proteggere i miei figli, a come trovare qualcosa da mangiare. Quando la tristezza è troppo forte, prego e canto. Ma poi mi alzo comunque. Perché i miei figli hanno bisogno di me.”

Come milioni di altre persone in Sud Sudan, Nyaguen è colpita da una gravissima insicurezza alimentare. A peggiorare ulteriormente la situazione, sono arrivati i devastanti tagli ai fondi per gli aiuti umanitari decisi da alcuni governi. Le razioni alimentari sono state ridotte o completamente annullate per centinaia di migliaia di rifugiati e sfollati. Le cliniche chiudono, l’acqua potabile scarseggia e i bambini affrontano un altissimo rischio di malnutrizione grave.

L’impegno dell’UNHCR e la campagna “Torniamo a sentire”

Nonostante le enormi difficoltà, UNHCR è presente sul campo. In Sud Sudan e nei Paesi limitrofi come Sudan, Ciad ed Etiopia, continua a offrire assistenza umanitaria essenziale: protezione, supporto psicosociale, cliniche mobili, aiuti economici diretti e interventi contro la malnutrizione.

Per rispondere all’emergenza alimentare e climatica, UNHCR ha lanciato la campagna “Torniamo a sentire”, un appello urgente alla nostra empatia e alla nostra umanità. I fondi raccolti serviranno a salvare vite umane e a garantire a milioni di persone un minimo di dignità, sicurezza e speranza.

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