Torniamo a Sentire: la storia di Ledy
Torniamo a Sentire: la storia di Ledy
Questa è la sua testimonianza.

Ledy Zaka, una giovane rifugiata sudanese di 22 anni, è seduta davanti al suo rifugio con i suoi figli, Maram Same, 3 anni, e Christian Same, 4 mesi, nel campo profughi di Doro a Maban, Sud Sudan.
La storia di Ledy
“Mi chiamo Ledy Zaka Inge. Ho 22 anni e vengo dal Sudan. Sono arrivata qui nel 2012 e vivo con i miei due figli.
Ho due fratelli che sono ancora in Sudan. Altri tre fratelli vivono qui con mia madre. Mio padre invece non c’è più, è morto durante la guerra.
La vita è dura qui nel campo. Il problema è la fame. La gente ha fame ogni giorno. Abbiamo tre giorni di razioni di cibo per tutto il mese. Io non ho i soldi per comprare il cibo, quindi a volte non mangio per tre o quattro giorni. Ho sempre fame.
Alcune persone dormono, altre muoiono di fame. Alcuni stanno morendo di sete.
Quando finisco le scorte di cibo, vado al mercato a vendere acqua, oppure cerco legna da ardere fuori dal campo, per poi venderla.
Ci sono giorni in cui non mangio affatto. L’ultima volta è stata l’altro ieri. Mi sono solo sdraiata e ho bevuto dell’acqua. Neanche i miei figli hanno mangiato e piangevano per la fame. Come madre, mi sentivo come se la testa stesse per esplodere. Ho pensato che sarei morta.
Ero disperata perché non riuscivo ad aiutare i miei figli. Pensavo: dove posso trovare un padre per i miei figli che ci aiuti a sopravvivere?
Sono preoccupata perché presto ci saranno ulteriori tagli alle razioni alimentari, e tutto ciò che ho piantato quest’anno è già andato perso per via della siccità. In più, quest’anno sono previste delle inondazioni. Sarà difficile per la nostra comunità sopravvivere.”
Affrontare la stagione delle piogge
“Quando piove forte, l’acqua fangosa entra nelle case. In passato, è successo che l’alluvione arrivasse di notte – mentre la gente dormiva – e l’acqua si è portata via tutto, anche le tende.
L’alluvione può arrivare in qualsiasi momento. Non sappiamo quando. Però, abbiamo organizzato un sistema con le persone che vivono dall’altra parte della strada: se vedono arrivare l’acqua, ci avvisano subito. Così possiamo prendere le nostre cose e trasferirci lungo la strada, dove il terreno è un po’ più alto. Aspettiamo che l’alluvione passi, e poi torniamo indietro.”
Il sostegno dell’UNHCR
“Ricevo dei buoni per il combustibile, e questo aiuta me e la mia famiglia, perché ci permette di cucinare e far bollire l’acqua. Ogni mese, con il mio documento di registrazione, ho diritto a cinque chili di carbonella. Mi servono per preparare tè, caffè, cibo e per bollire il sorgo.
Quando non ho più combustibile, devo andare a raccogliere legna da ardere per preparare da mangiare.”
Torniamo A Sentire
Ledy è una delle quasi 13 milioni di persone rifugiate e sfollate costrette a fuggire dal conflitto in Sudan. La sua sopravvivenza, come quella di milioni di persone, è oggi a rischio per via dell’insicurezza alimentare acuta e dei drastici ed estesi tagli ai fondi per gli aiuti umanitari.
UNHCR è presente sul campo in Sudan e nei Paesi di accoglienza dove continua il suo lavoro di assistenza e protezione di rifugiati e sfollati. Fra le altre cose, forniamo: protezione e supporto psicosociale a rifugiati, bambini e vittime di violenza di genere; monitoraggio e trattamento della malnutrizione; cliniche mobili e assistenza sanitaria d’emergenza; assistenza economica diretta per coprire i bisogni essenziali.
Ma le risorse sono drammaticamente insufficienti e serve l’aiuto di tutti. La campagna “Torniamo a sentire”, che l’obiettivo di raccogliere con la massima urgenza fondi indispensabili per la sopravvivenza di milioni di persone in Paesi come il Sudan, Sud Sudan, Ciad ed Etiopia.
Dona ora per salvare migliaia di famiglie rifugiate come quella di Ledy.