Corridoi Lavorativi
Corridoi Lavorativi
I corridoi lavorativi, guidati dalle esigenze del mercato del lavoro e del settore privato, e rispondono ad un duplice obiettivo:

Consentire ai datori di lavoro e alle comunità locati di valorizzare le diverse esperienze lavorative, le qualifiche professionali e formative dei rifugiati; Supportare i rifugiati a ristabilire una vita indipendente e produttiva con un tenore di vita adeguato, facilitando l'accesso a opportunità di lavoro in paesi terzi.
In linea con gli obiettivi del Global Compact on Refugees, che mirano ad ampliare le soluzioni in Paesi terzi, alleggerire la pressione sui Paesi ospitanti e migliorare l'autosufficienza dei rifugiati, L'UNHCR sta lavorando a stretto contatto con istituzioni, attori del settore privato e della società civile aziende, fondazioni e altri partner per promuovere tali opportunità di lavoro e protezione per le persone rifugiate.
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Cosa sono i corridoi lavorativi?
I corridoi lavorativi sono un canale di ingresso sicuro e regolare che consente ai rifugiati qualificati di entrare e soggiornare in Italia per lavorare. Grazie a questi percorsi, i rifugiati possono arrivare in modo sicuro sulla base di un’offerta di lavoro concreta, soddisfacendo le loro esigenze di protezione e salvaguardando i loro diritti.
L'idoneità dei candidati ai programmi viene valutata in base alle loro specifiche qualifiche ed esperienze professionali. I programmi di mobilità lavorativa possono essere parte dei sistemi tradizionali di immigrazione adattati per facilitare l'ammissione dei rifugiati con le competenze richieste a diversi livelli. Affinché programmi di questo tipo siano sostenibili, è essenziale garantire adeguati documenti di viaggio e permessi di soggiorno.
Una situazione vantaggiosa per tutti
I programmi di mobilità lavorativa presentano una serie di vantaggi per le persone rifugiate, i datori di lavoro e le società di accoglienza. In particolare:
Vantaggi per l'autosufficienza dei rifugiati I programmi di mobilità lavorativa possono fornire ai rifugiati disposizioni legali di ingresso e soggiorno, possono anche aiutarli a garantire il loro futuro, aumentando la loro autosufficienza e contribuendo alle loro soluzioni. Attraverso le opportunità di lavoro, i rifugiati hanno la possibilità di sfruttare le proprie competenze e acquisire conoscenze pratiche che possono aiutarli a ricostruire la propria vita in modo in dignità e sicurezza.
Allo stesso tempo, l'occupazione e l'autosufficienza economica sono fattori essenziali per un'integrazione di successo; forniscono i mezzi per la stabilità economica e aiutano le persone rifugiate a partecipare in modo paritario alla società ospitante e a sviluppare relazioni solide e reti di sostegno sociale. Inoltre, il posto di lavoro offre l'opportunità di conoscere meglio la cultura locale e può aiutare le persone rifugiate nell'apprendimento della lingua.
Vantaggi per i datori di lavoro Mentre la carenza di competenze a livello mondiale sta diventando sempre più acuta, molti rifugiati altamente qualificati non hanno accesso a opportunità di lavoro. I rifugiati apportano le loro competenze e conoscenze uniche, colmando così le lacune occupazionali, aggiungendo un valore unico alle imprese e contribuendo a diversificare la loro base di dipendenti.
Vantaggi per i paesi Oltre a beneficiare i rifugiati, i programmi di mobilità lavorativa possono anche avere ricadute positive sui paesi ospitanti. I rifugiati ammessi attraverso questo percorso possono sostenere la crescita economica, lo sviluppo e l'innovazione nella società che li accoglie, utilizzando i loro talenti e le loro competenze. Inoltre, poiché l'occupazione favorisce l'integrazione dei rifugiati, facilita anche la creazione di comunità coese e forti e può contribuire a contrastare o eliminare la discriminazione.
Altri vantaggi Quando i rifugiati trovano un lavoro in un nuovo paese, spesso sostengono la famiglia allargata e le reti comunitarie nel loro paese di origine attraverso trasferimenti di rimesse. Inoltre, acquisendo nuove competenze e conoscenze attraverso l'occupazione, i rifugiati possono sostenere più efficacemente la ricostruzione nel loro paese d'origine se desiderano tornare.
Partnership per ampliare le opportunità per i rifugiati
L'UNHCR collabora con gli Stati e con un'ampia gamma di organizzazioni, attori e parti interessate per aumentare il numero di opportunità di lavoro per i rifugiati e facilitarne l'accesso rimuovendo gli ostacoli pratici, legali e amministrativi. L'UNHCR lavora anche per consentire partnership che offrano ai rifugiati qualificati maggiori opportunità di trasferirsi in un altro paese per motivi di lavoro.
Un esempio di tale collaborazione è con Talent Beyond Boundaries (TBB). TBB ha sviluppato il Talent Catalog [JM1] , un registro dei talenti per facilitare l'occupazione in paesi terzi attraverso programmi di mobilità del lavoro. Ad oggi, il programma ha consentito il reclutamento internazionale di rifugiati che lavorano insieme a datori di lavoro e governi in Australia, Canada e Regno Unito.
Task Force globale sulla mobilità del lavoro dei rifugiati
Nell'aprile 2022, l'UNHCR ha collaborato con il governo canadese, l'Organizzazione internazionale per le migrazioni, il governo australiano, Talent Beyond Boundaries, RefugePoint, la Camera di commercio internazionale e lo studio legale Fragomen per lanciare la Task Force globale sulla mobilità del lavoro dei rifugiati. L'obiettivo principale della Task Force è quello di aumentare l'accesso dei rifugiati a soluzioni in paesi terzi attraverso percorsi complementari di lavoro, attraverso il dialogo globale e la consulenza tecnica.
Dall'entrata in vigore della legge n.50/2023, l’UNHCR ha collaborato strettamente con il Ministero dell’Interno, il Ministero del Lavoro, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, oltre a numerosi partners e stakeholders – tra cui organizzazioni della società civile, Università, attori filantropici, organizzazioni internazionali per la concreta applicazione della nuova possibilità offerta dalla Legge.
Corridoi Lavorativi in Italia
L’UNHCR insieme a numerosi partner in Italia e nei paesi di partenza sta sviluppando i primi progetti di formazione all’estero che vedono un forte coinvolgimento delle aziende interessate, grandi imprese e PMI, in collaborazione con gli enti del terzo settore, in tutte le fasi: dalla selezione dei candidati alla realizzazione del piano formativo, all’integrazione in Italia.
Ad oggi, sono quattro i progetti già formalmente approvati dalla Commissione Interministeriale convocata dal Ministero del Lavoro e in corso di realizzazione:
Circa 20 lavoratori rifugiati in Uganda sono stati selezionati per lavorare in 7 aziende dell’Information Technology con sedi principali a Napoli, Torino, Udine e Cosenza attraverso il progetto ReadyForIT di cui è capofila Fondazione Italiana Accenture, in partenariato con Talent Beyond Boundaries, UNHCR Italia, l'International Trade Center e Diaconia Valdese, in collaborazione con Unione Industriali di Torino.
Per maggiori informazioni: ReadyForIT - Labor Pathways
10 candidati provenienti dalla Giordania sono stati formati e selezionati per entrare a far parte di un'azienda di gioielleria torinese attraverso un percorso formativo pensato con datori di lavoro e accademie del settore orafo che Federorafi punta ad ampliare dopo la prima edizione. Il progetto è portato avanti da Fondazione Ghirardi, in partenariato con Talent Beyond Boundaries, UNHCR Italia, Diaconia Valdese e Unione Industriali di Torino.
Grazie all'agenzia per il lavoro Orienta e alla partnership con i Salesiani Don Bosco in Egitto, 200 persone (egiziane e rifugiate) verranno formate per essere impiegate nel settore della cantieristica italiana, grazie alla collaborazione con Talent Beyond Boundaries, UNHCR Italia e altri partner in Italia e in Egitto.
Una quarta opportunità è attualmente in fase di implementazione nel settore aeroportuale, con un target di 35 persone rifugiate provenienti dalla Colombia, che saranno inserite nello staff operativo di AviaPartner presso l’aeroporto di Roma Fiumicino.
Altri progetti nei settori dei trasporti e della sanità sono attualmente in fase di sviluppo, con potenziali percorsi da Camerun, Ecuador e Uganda.