La situazione a Calais non è né nuova né ingestibile. Ci sono circa 3.000 rifugiati e migranti a Calais e nella costa settentrionale della Francia – praticamente lo stesso numero di persone che erano presenti nel mese di novembre. Tuttavia, gli almeno 10 morti tra rifugiati e migranti, deceduti dall’inizio di giugno nel tentativo di attraversare la Manica dalla città portuale di Calais verso il Regno Unito, sono un dato preoccupante.
L’UNHCR ribadisce la sua richiesta, presentata a partire dall’estate 2014, per una risposta completa ed esauriente – in primo luogo da parte delle autorità francesi – al peggioramento delle condizioni di accoglienza per rifugiati e migranti a Calais. Le misure di sicurezza, anche se comprensibili, non sono efficaci da sole.
Molte di queste persone hanno bisogno di protezione internazionale – sono rifugiati fuggiti da conflitti, violenze e persecuzioni in Afghanistan, Eritrea, Somalia, Sudan e Siria.
L’UNHCR è preoccupato per le terribili condizioni di vita e di accoglienza nei siti di fortuna che si trovano vicino a Calais. L’Agenzia incoraggia le autorità francesi a trasferire gradualmente le persone via dagli attuali insediamenti informali e di fornire loro, come accade nella maggior parte dei paesi europei, adeguate condizioni di accoglienza nella regione Nord-Pas-de-Calais, così come in altri luoghi. È altresì essenziale affrontare i ritardi significativi per chi vuole chiedere asilo in Francia. Donne e bambini, che ora rappresentano un gruppo ampio a Calais, sono particolarmente vulnerabili allo sfruttamento e alla tratta e necessitano di particolare attenzione da parte delle autorità francesi.
Una risposta straordinaria è urgente. L’UNHCR invita il Regno Unito e altri Stati membri dell’UE a collaborare con le autorità francesi competenti nella ricerca di soluzioni per le persone bisognose di protezione internazionale – soprattutto nei casi in cui ci siano familiari o altri collegamenti in un altro Stato membro dell’UE, in conformità con la legislazione europea esistente.
La situazione a Calais è il riflesso di più ampi movimenti di rifugiati e migranti in Europa la quale, a sua volta, impallidisce di fronte allo spostamento massiccio di rifugiati in Medio Oriente e in Africa. I quattro paesi confinanti con la Siria ospitano ad oggi più di quattro milioni di rifugiati siriani. Delle circa 224.500 persone arrivate in Europa quest’anno, una su tre è rifugiata siriana – famiglie in fuga da uno dei conflitti più mortali della storia recente.
La situazione a Calais richiama l’attenzione sulla necessità di una maggiore responsabilità, di un coordinamento e della robusta implementazione di un sistema di asilo comune a livello europeo. È fondamentale che gli Stati membri dell’UE affrontino le attuali carenze in materia di asilo e di accoglienza, e aumentino le misure di solidarietà come il ricollocamento e altre vie legali per le persone che cercano sicurezza. È necessaria una risposta europea autenticamente collettiva e di vasta portata, basata sui principi di umanità, accesso alla protezione, solidarietà e condivisione delle responsabilità, sia all’interno dell’UE, sia con i paesi al di fuori dell’UE.
È possibile che non tutte le persone che si trovano a Calais siano rifugiati. Soluzioni per questi altri gruppi potrebbero includere il rimpatrio, in condizioni umane e dignitose, verso i propri paesi d’origine o verso altri paesi dove hanno vissuto in precedenza, in collaborazione con i paesi di origine e in conformità con gli standard internazionali sui diritti umani.
L’UNHCR è pronto a sostenerne ulteriormente la Francia, il Regno Unito e altri Stati membri dell’UE nella ricerca di soluzioni pratiche e complete.
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