Nelle mense scolastiche delle scuole medie in Normandia arriva il Refugee Food Festival 2017, con tanti nuovi sapori per i piccoli studenti.
E’ un giorno speciale alla mensa del “Collège Louis Pergaud” a Dozulé in Normandia. La mensa è splendidamente decorata e piena di oltre 100 studenti intenti a finire il loro pranzo.
Le pareti sono tappezzate di poster informativi sullo Yemen e sulle tradizioni culinarie del paese. Ci sono illustrazioni, grafici e dati sul numero di ragazze e donne rifugiate e sulle procedure per il ricongiungimento famigliare. I tavoli sono decorati con segnaposti e tovagliette ritagliati a mano che fanno vedere quanto siano distanti paesi come l’Iran, il Sudan, la Siria e lo Yemen.
I bambini si voltano per applaudire allo chef Saber Hajaj che esce dalla cucina. Saber, rifugiato yemenita, ha preparato il menu di oggi con ricette a base di riso e pollo aromatizzati alla curcuma e altre spezie del Medio Oriente. Per i bambini sono sapori tutti nuovi.
“Cucinare piatti tipici dello Yemen qui in Francia, significa per me costruire un ponte tra i due paesi,” racconta Saber. “E fare questo mi rende veramente felice”.
L’evento è stato realizzato nell’ambito del Refugee Food Festival 2017, con l’obiettivo di permettere agli chef rifugiati di mettere in luce le loro abilità e condividere la cultura culinaria del loro paese d’origine.
Questa è la prima volta che il Festival arriva nelle scuole in Normandia con il supporto del Dipartimento francese di Calvados. Il Festival è un’iniziativa della società civile promossa da una ONG francese che si chiama “Food, Sweet Food” ed è stata organizzata in collaborazione con l’UNHCR, l’Agenzia ONU per i Rifugiati.
Per tutta una settimana tre chef rifugiati dallo Yemen, dalla Siria e dall’Iran hanno preparato il pranzo per 1.500 studenti nelle scuole a Calvados.
“A casa dirò ai miei genitori che vorrei provare a fare questa stessa ricetta”
Gli studenti hanno rimesso a posto i piatti vuoti ma non hanno buttato le tovagliette, create appositamente per l’occasione, le hanno ripiegate e messe da parte per portarle a casa. Le tovagliette mostrano una mappa dello Yemen e quanto è distante dalla Francia, danno informazioni sulla definizione di rifugiato, su quanti rifugiati vivono in Francia e le ragioni per cui sono costretti a fuggire dalle loro case.
“Mi porto dietro la tovaglietta perché vorrei farla vedere ai miei genitori”, racconta Margot, una studentessa. “Racconterò a mamma e papà che quello che ho mangiato oggi era molto molto buono e che vorrei rifare a casa la stessa ricetta”.
L’evento si è tenuto nel corso della manifestazione per il premio Bayeux-Calvados per i corrispondenti di guerra ed è parte di un più ampio programma per le scuole medie della regione che include presentazioni e dibattiti con i rifugiati e i rappresentanti dell’UNHCR, un tour virtuale del campo rifugiati di Za’atari in Giordania (chiamato “Le nuvole sul cielo di Sidra”), lezioni di cucina e una mostra fotografica dell’UNHCR dal titolo “The Most Important Thing”.
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L’iniziativa è stata accolta con entusiasmo non solo dagli allievi ma anche dai politici locali, dal personale scolastico, dai professori e naturalmente dallo staff della mensa.
Tra i partecipanti rifugiati che hanno raccontato la propria storia agli studenti c’era Suzanna Kiliani e suo marito, Nabil Attar. Entrambi sono fuggiti dalla Siria nel 2015 con i loro due figli. Uno dei ragazzi adesso ha la stessa età che hanno gli studenti del collegio.
Suzanna e Nabil credono sia importante parlare a agli studenti francesi della loro esperienza, del perché sono fuggiti, di come sono arrivati in Francia e di come hanno provato a ricostruirsi una nuova vita. Ripercorrono i momenti della loro vita in Siria prima della guerra, la loro infanzia, il loro matrimonio, la famiglia.
Raccontato poi di come sono fuggiti lasciando la loro casa, dei primi giorni in Francia e del loro tentativo di integrarsi.
“Ho dovuto lasciarmi tutto alle spalle, e così ho deciso di usare la mia passione in questa nuova vita”.
“La sola cosa che vedono o ascoltano sono le notizie che non danno però il quadro generale,” dice Susanna. “Così attraverso le mie esperienze personali, vorrei dare loro un’altra versione, che potrebbe essere triste in alcuni casi ma in altri davvero carica di ottimismo”.
Parlando agli alunni della scuola media “Charles Létot” di Bayeux alcuni giorni fa, suo marito Nabil ha detto che anche se la loro storia è piena di tristezza lui vuol trasmettere il più possibile il desiderio di cominciare una nuova vita. In Siria lavorava in banca ma il suo primo lavoro in Francia è stato come lavamacchine.
“Oggi sono uno chef perché cucinare è la mia passione e visto che ho dovuto lasciarmi tutto alle spalle ho deciso di usare la mia passione in questa nuova vita”.
Questi eventi ed incontri stimolano interesse, curiosità e comprensione negli studenti.
“Non sapevo che avessero dovuto affrontare così tante sfide durante il viaggio e che avessero attraversato tutti quei paesi per arrivare fino in Francia,” dice Lea, una studentessa che frequenta la scuola media.
Margot aggiunge: “E’ stato bellissimo, ci ha fatto desiderare di conoscere i rifugiati”.
Vedi anche: Refugee Food Festival has European diners asking for more
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