L’integrazione, un percorso complesso
L’integrazione locale è un processo graduale, complesso perché investe diversi ambiti: economico, legale, sociale, culturale. Un percorso che richiede tempo e anche molto impegno, sia alla persona sia alla società che l’accoglie.
Secondo il Global Compact sui Rifugiati delle Nazioni Unite, l’integrazione a livello locale è un processo dinamico che richiede sforzi da parte di tutte le parti coinvolte, tra cui una preparazione da parte dei rifugiati ad adattarsi alla società ospitante e una corrispondente disponibilità da parte delle comunità e delle istituzioni pubbliche ospitanti ad accogliere i rifugiati e a soddisfare le esigenze di una popolazione eterogenea. A sostegno dei Paesi che scelgono di fornire un’integrazione locale ai rifugiati, le capacità delle istituzioni statali competenti, delle comunità locali e della società civile saranno rafforzate per sostenere il processo di integrazione (ad esempio, per affrontare i problemi di documentazione, facilitare la formazione linguistica e professionale, supportare nell’accesso al lavoro e ai servizi), affinché le risposte globali ai rifugiati siano fondate su approcci multi-stakeholder e whole-of-society.
Integrazione in Italia, un punto critico del sistema
In Italia l’integrazione è una delle criticità principali del sistema di protezione dei rifugiati. Per questo lavoriamo con attori governativi e non-governativi per migliorare le opportunità di inclusione dei rifugiati nelle comunità che li ospitano e per combattere ogni forma di discriminazione.
Per raggiungere l’obiettivo, collaboriamo con le autorità locali, le altre organizzazioni internazionali, i partner della società civile, il settore privato, i media e gli stessi rifugiati, per realizzare progetti di sensibilizzazione e di inclusione dei rifugiati nel tessuto socio-economico delle comunità del nostro paese.
Qualche esempio?
- Nel 2021, l’UNHCR ha costituito un gruppo di lavoro con sei città italiane: Bari, Milano, Napoli, Palermo, Roma e Torino. Agenti cruciali, incubatori di innovazione e buone pratiche a sostegno dell’integrazione e, come tali, partner chiave dell’UNHCR, i comuni partecipanti, hanno elaborato e sottoscritto la Carta per l’Integrazione. Il documento mira a potenziare la collaborazione fra le città sull’integrazione delle persone titolari di protezione internazionale, favorendo lo scambio di pratiche, esperienze, strumenti e sviluppando i servizi già disponibili sui territori. Il comunicato stampa di presentazione della carta per l’integrazione dei rifugiati è disponibile qui.
- Tra le azioni prioritarie, la Carta per l’integrazione identifica lo sviluppo di Spazio Comune, un programma nato nel 2022 volto a favorire l’accesso ai servizi fondamentali per l’integrazione delle persone rifugiate.
- Dal 2017, in collaborazione con realtà del mondo economico abbiamo promosso il progetto “Welcome. Working for refugee integration”, che riconosce un logo speciale alle aziende che più si distinguono nel favorire l’inserimento professionale dei rifugiati.
- Accoglienza&Lavoro è il portale creato da Assolavoro in collaborazione con UNHCR. Tutti i servizi descritti sono gratuiti e disponibili per i beneficiari di protezione internazionale (status di rifugiato e protezione sussidiaria), protezione temporanea e protezione speciale. I servizi sono offerti sulla base dell’accordo fra Assolavoro e i sindacati di categoria. Qui i flyer multilingue del programma.
- In collaborazione con le università italiane, l’UNHCR ha lanciato nel 2019 il Manifesto dell’Università Inclusiva, un impegno concreto delle più alte istituzioni educative del Paese per promuovere l’effettivo accesso dei rifugiati all’istruzione terziaria.
- PartecipAzione è un programma di rafforzamento delle capacità delle organizzazioni di rifugiati e delle comunità locali che promuove la coesione sociale e l’integrazione dei rifugiati nella vita economica, sociale e culturale dell’Italia.
- Il programma Community Matching favorisce l’integrazione dei rifugiati promuovendo relazioni personali e sociali strutturate con volontari della comunità ospitante. Prima di entrare nel programma, la maggior parte dei rifugiati dichiarava di non avere contatti con gli italiani oltre al personale dei centri di accoglienza. I risultati confermano l’importanza delle relazioni sociali per un’integrazione efficace.