L’UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, sta incrementando gli aiuti in Pakistan, dove le piogge monsoniche torrenziali e le inondazioni hanno colpito più di 33 milioni di persone, causando distruzione e danni diffusi e provocando oltre 1.200 vittime.
A partire dal 5 settembre, l’UNHCR sta organizzando una massiccia operazione di trasporto aereo da Dubai, a beneficio soprattutto delle aree più colpite della provincia meridionale del Sindh, le cui città di Larkana e Sukkur sono le più colpite del Paese, con un’assistenza limitata per le persone sfollate dalle loro case, che necessitano di vari generi di prima necessità.
I primi tre dei nove voli programmati sono arrivati lunedì in Pakistan, mentre altri sono in arrivo. Gli aiuti comprendono 40.000 materassini per dormire, quasi 15.000 set da cucina e circa 5.000 teloni multiuso.
Altri sei voli sono previsti da Dubai per mercoledì e giovedì, con 4.500 materassini, 400 teloni e quasi 5.000 set da cucina.
Anche i camion dell’UNHCR che trasportano tende per circa 11.000 famiglie sono in viaggio dall’Uzbekistan, e sono previsti altri convogli.
Come parte degli sforzi del sistema delle Nazioni Unite, l’UNHCR sta sostenendo la risposta guidata dal governo pakistano, fornendo assistenza alle aree più colpite dalle inondazioni per un numero iniziale di 50.000 famiglie.
Le persone stanno affrontando molte sfide negli insediamenti informali, accampate lungo i cigli delle strade per sfuggire alle acque alluvionali circostanti, allestendo rifugi con qualsiasi materiale a disposizione. La maggior parte vuole rimanere vicino a casa, sperando di poter tornare presto. Le autorità hanno bisogno di molto più sostegno per quanto riguarda gli alloggi, le forniture di primo soccorso e competenze tecniche. L’UNHCR e i partner stanno aiutando le autorità a condurre una rapida valutazione dei bisogni umanitari.
Temiamo che la situazione possa peggiorare: le ultime previsioni del Dipartimento meteorologico del Pakistan prevedono altre piogge per il prossimo mese. Ciò aumenterà le difficoltà per le persone sopravvissute alle alluvioni e probabilmente peggiorerà le condizioni di quasi mezzo milione di sfollati, costringendo altre persone ad abbandonare le proprie case.
Stiamo inviando tutte le nostre scorte umanitarie nel Paese alle comunità pakistane e ai rifugiati, in particolare nel Sindh, nel Balochistan e nel Khyber Pakhtunkwa, alcune delle province più colpite, dove più di 420.000 rifugiati afghani vivono accanto a generose comunità ospitanti.
Il Pakistan e la sua popolazione hanno ospitato milioni di rifugiati afghani per oltre quarant’anni, con circa 1,3 milioni di persone attualmente registrate nel Paese. L’UNHCR è solidale con il Paese e la sua popolazione, come durante il devastante terremoto del 2005 e le alluvioni del 2010.
Ma l’entità della devastazione richiede un urgente sostegno internazionale. L’impatto della crisi climatica globale su Paesi come il Pakistan deve essere condiviso dalla comunità internazionale. Sarà necessario molto di più per aiutare il Pakistan a superare questa catastrofe e a ricostruire quando le acque si saranno calmate.
Situazione umanitaria in Afghanistan
Nella regione, l’UNHCR è anche allarmata dalla situazione nel vicino Afghanistan. Diverse province delle regioni orientali, centrali, meridionali e occidentali sono state colpite da forti piogge. Questa situazione fa seguito al devastante terremoto di giugno che ha colpito le province di Paktika e Khost nel sud-est.
In risposta a entrambi i disastri, l’UNHCR ha sostenuto le comunità colpite con assistenza di emergenza. Nelle prossime settimane sono previsti altri interventi, anche se l’accesso alle aree colpite dalle piogge è tuttora difficile.
L’UNHCR ha anche sostenuto alcune delle famiglie più colpite dal terremoto in 35 villaggi, in particolare nelle regioni che ospitano i rifugiati. Continuano i lavori per il completamento di 2.300 case invernali antisismiche, che comprendono stufe, pannelli solari e latrine.
La situazione umanitaria in tutto il Paese rimane molto difficile, soprattutto con l’avvicinarsi di un’altra rigida stagione invernale. Più di 24 milioni di persone – oltre la metà della popolazione – hanno bisogno di assistenza. Circa 3,4 milioni di persone rimangono sfollate, la maggior parte delle quali vive in condizioni difficili e di fortuna.
I rientri degli sfollati interni, tuttavia, sono aumentati con il miglioramento della situazione di sicurezza in molte parti del Paese. Dalla metà del 2021, più di un milione di afghani sfollati all’interno del Paese sono tornati a casa.
Ci aspettiamo che altri sfollati rientrino nei prossimi mesi. Una recente indagine dell’UNHCR ha rilevato che oltre il 40% degli sfollati interni vuole tornare a casa il prima possibile. L’UNHCR sostiene il loro desiderio di rientrare e di reintegrarsi in modo sostenibile. Quest’anno prevediamo di raggiungere 620.000 persone rientrate con assistenza e sostegno alla reintegrazione.
Nelle aree di rientro, circa 2,6 milioni di afghani beneficiano anche delle attività di protezione dell’UNHCR e degli investimenti in progetti infrastrutturali come scuole, centri sanitari, sistemi di distribuzione dell’acqua e costruzione di strade.
Il sostegno alla risposta umanitaria deve essere duraturo per evitare ulteriori sofferenze in un Paese che ha vissuto quattro decenni di disordini.
Sia il Piano regionale di risposta ai rifugiati (RRP) che il Piano umanitario per l’Afghanistan (HRP) rimangono significativamente sottofinanziati. L’HRP, che necessita di 4,4 miliardi di dollari, è finanziato al 43 per cento, mentre l’RRP, di 623 milioni di dollari, è finanziato solo al 40 per cento.
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