GENNAIO
Repubblica Centrafricana, 200.000 persone fuggono dalle continue violenze

Le violenze e la crescente insicurezza hanno costretto nel primo mese dell’anno, oltre 200.000 persone ad abbandonare le proprie case. Molti sono rimasti nel Paese ma tanti sono fuggiti oltre i confini. Le località remote difficili da raggiungere e le impervie condizioni stradali hanno reso le nostre operazioni logistiche più complicate del previsto.

Tuttavia, con il tuo sostegno, siamo riusciti ad identificare e registrare gli arrivi, aumentare la distribuzione di cibo e di beni di prima necessità e predisporre per tempo ripari e forniture in vista della stagione delle piogge.

FEBBRAIO
Yemen, il conflitto si intensifica nella regione di Ma’rib, peggiorando la più grave crisi umanitaria del mondo

Dal 2015, in Yemen, povertà e carestia minacciano la vita di circa 20 milioni di persone. I nuovi scontri nella regione di Ma’rib hanno aggravato le sofferenze di una popolazione che da oltre 7 anni vive in condizioni di sfollamento e precarietà.

Noi siamo nella regione e forniamo ripari, coperte, kit igienici e assistenza in denaro. Inoltre contribuiamo a garantire la sicurezza nel Paese e partecipiamo alla ristrutturazione delle infrastrutture essenziali per assistere le persone in stato di bisogno estremo. 

MARZO
Bangladesh, un incendio distrugge il campo rifugiati di Kutupalong 

Un devastante incendio distrugge l’insediamento di Kutupalong del Bangladesh, il più grande campo rifugiati del mondo, uccidendo 15 persone, ferendone più di 500 e provocando danni e distruzione su larga scala.

Grazie al tuo supporto, abbiamo fornito assistenza e protezione a 45.000 rifugiati che nell’incendio hanno perso tutto. Abbiamo distribuito medicine, coperte, lampade solari oltre ad aver offerto assistenza psicosociale alle vittime che si sono trovate nuovamente a non avere più un riparo da poter chiamare casa.

APRILE
Mozambico, gli attacchi armati richiamano l’attenzione su una crisi silenziosa

Decine di migliaia di persone abbandonano le loro case per fuggire all’escalation di violenza da parte di gruppi armati a Cabo Delgado, nel nord del Mozambico. L’accesso ai servizi sanitari, all’acqua e al cibo è seriamente compromesso. I nuovi sfollati, per lo più donne e bambini, arrivano nel sud del Paese traumatizzati e senza più nulla. 

Siamo intervenuti tempestivamente distribuendo beni di prima necessità e assistendo un numero di persone che, negli ultimi 3 anni, ha raggiunto la cifra record di oltre 700.000 sfollati interni. 

MAGGIO
Repubblica Democratica del Congo, un’eruzione vulcanica sconvolge la vita di centinaia di migliaia di persone 

Il 22 maggio l’improvvisa e devastante eruzione del vulcano Nyiragongo a Goma, nella Repubblica Democratica del Congo, costringe oltre 450.000 persone a lasciare l’area nel tentativo di mettersi al sicuro. Quest’ultima catastrofe si aggiunge a una situazione già terribile nella provincia del Nord Kivu, dove la brutale violenza degli ultimi anni ha costretto oltre 2 milioni di persone a fuggire altrove.

Grazie al tuo sostegno, abbiamo potuto assistere gli sfollati offrendo aiuti salvavita, distribuendo kit di emergenza e articoli di primo soccorso alle persone colpite. 

GIUGNO
La migrazione forzata degli sfollati raggiunge livelli record 

Secondo il Rapporto Globale dell’UNHCR, il numero di persone in fuga dalla violenza e dalla persecuzione ha raggiunto l’incredibile cifra di 82,4 milioni nel 2020, la più alta mai registrata nella storia. Nel secondo semestre del 2021, quel numero aveva già raggiunto gli 84 milioni di persone.

La maggior parte di loro sono sfollati all’interno del proprio Paese e quasi la metà sono bambini e ragazzi al di sotto dei 18 anni. 

LUGLIO
Etiopia, l’escalation di violenza nel Tigray peggiora una situazione umanitaria già drammatica 

L’intensificarsi della violenza da parte dei gruppi armati nella regione del Tigray in Etiopia aggrava le sofferenze di una comunità già provata dagli attacchi che hanno ucciso e ferito centinaia di persone nel mese di giugno. Con l’ultima escalation del conflitto, la situazione umanitaria diventa sempre più disperata, il rischio di carestie, violazioni dei diritti umani, violenza di genere minacciano la vita di centinaia di migliaia di persone.

Per affrontare le continue e crescenti esigenze, abbiamo intensificato la nostra risposta umanitaria dispiegando rapidamente nuovi operatori sul campo. 

AGOSTO
Afghanistan, la crisi colpisce centinaia di migliaia di persone

Una nuova e grave crisi umanitaria, culminata con la presa del potere da parte dei talebani il 15 agosto, colpisce l’Afghanistan un paese che già da tempo viveva in una situazione di precarietà e indigenza a causa di un’economia al collasso, della siccità degli ultimi decenni e di conflitti diffusi su tutto il territorio. Milioni di persone si sono ritrovate sempre più povere, affamate e senza più nulla. La maggior parte di loro sono donne e bambini. 

Grazie al tuo generoso supporto abbiamo organizzato rapidamente convogli via terra e ponti aerei con aiuti umanitari che i nostri operatori rimasti sul campo hanno distribuito alla popolazione. 

SETTEMBRE
La pandemia  continua a minacciare la vita dei rifugiati 

La pandemia continua a rappresentare una minaccia per la vita delle persone costrette a fuggire dalle loro case, la maggior parte delle quali vive in paesi in via di sviluppo. Le restrizioni relative agli spostamenti così come la pressione su sistemi sanitari già al collasso, minacciano la sopravvivenza dei rifugiati, specialmente di quelli più vulnerabili come gli anziani. 

L’emergenza COVID-19 rimane in cima alla lista delle crisi sotto-finanziate ed il tuo aiuto è stato più importante che mai per permetterci di garantire la fornitura di servizi sanitari, idrici, fognari e igienici alle popolazioni sfollate. 

OTTOBRE
Bielorussia e Polonia, migliaia di persone bloccate nelle zone di confine 

Migliaia di rifugiati e richiedenti asilo, molti con esigenze specifiche di assistenza, lottano per sopravvivere dopo essere rimasti bloccati da metà agosto nelle zone di confine tra la Bielorussia e la Polonia. Vivono in campi improvvisati, dormono all’aperto e spesso sono senza cibo e acqua. Tra il rapido peggioramento delle condizioni e l’avvicinarsi dell’inverno, è in gioco la vita di migliaia di persone. 

Abbiamo fornito supporto urgente ai più colpiti, tra cui articoli per l’igiene personale, coperte e cibo, e ci siamo adoperati per trovare soluzioni umanitarie alla crisi. 

NOVEMBRE
La crisi climatica ha conseguenze disastrose per i rifugiati e gli sfollati 

La crisi climatica è una crisi umanitaria. Gli eventi meteorologici più estremi sono particolarmente pericolosi per coloro che vivono nei paesi in via di sviluppo – i quali ospitano la maggior parte dei rifugiati e degli sfollati di tutto il mondo – poiché aggravano le conseguenze già devastanti dei conflitti e della povertà e causano ulteriori esodi. 

In occasione della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP26), abbiamo chiesto che venga fornita assistenza immediata alle popolazioni più colpite che vivono già in condizioni di precarietà e vulnerabilità. 

DICEMBRE
Camerun, decine di migliaia di persone fuggono dagli scontri dovuti alle scarse risorse idriche 

Nel nord del Camerun, esplodono scontri tra gruppi che si contendono le risorse idriche in costante diminuzione, mentre la crisi climatica esaspera le tensioni già esistenti. Basti pensare che negli ultimi 60 anni, la superficie del lago Ciad è diminuita del 95%. Durante tali violenze, decine di migliaia di persone sono state costrette a fuggire dalle loro case per rifugiarsi in altre zone del paese o nel vicino Ciad.

Grazie al tuo aiuto, siamo riusciti a fornire alloggi di emergenza, servizi sanitari, protezione e altri aiuti salvavita.